Il terreno di San Siro è sotto stress. La Gazzetta dello Sport elenca e spiega tutti gli ostacoli dell’eventuale rizollatura.
Le partite a San Siro si susseguono una dopo l’altra. Inter e Milan impegnate in campionato, coppa Italia e Champions League, senza considerare le partite giocate dalla Nazionale.
Il terreno di gioca comincia a mostrare importanti segni di cedimento dopo le tantissime sfide sopportate in questo periodo. Giovanni Castelli, agronomo della Lega, ha spiegato alla Gazzetta dello Sport: “Il terreno non è troppo duro o troppo morbido e non si spacca sotto la minima trazione. Diciamo che sta facendo del suo meglio per resistere a un inverno difficile. Da quasi otto anni abbiamo scelto un ibrido, – ha aggiunto Castelli – prato sintetico misto a naturale. Ma giocando con questa frequenza, anche a 24 ore di distanza tra una partita e l’altra, qualsiasi prato soffrirebbe. Finché ci saranno due squadre che giocano anche le coppe in uno stesso stadio, il problema si riproporrà”.
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I due club stanno pertanto valutando seriamente l’ipotesi di rizollare il campo durante la prossima sosta, operazione che però non è affatto semplice. Il problema consiste infatti nei tempi, che sono troppo stretti, considerando anche che alla ripresa ci sarà il derby. Un altro problema, specificato sempre da Castelli, è quello dei costi. La rizollatura andrebbe a costare circa mezzo milione e non si potrebbe ssere neanche sicuri del risultato ottenuto.
A rincarare la dose è stato anche il giornalista Bruno Longhi che sul proprio account Twitter ha affermato: “Nessuno si è accorto dei rimbalzi strani sul green di San Siro? Lo stato del terreno è disagevole e nei prossimi giorni condizionerà chi scenderà in campo nel giro di poche ore: Inter-Venezia sabato e Milan-Juventus domenica”.