Il retroscena svelato dal Corriere della Sera: Zlatan Ibrahimovic e alcuni suoi compagni hanno consolato l’arbitro negli spogliatoi. Ecco cosa è successo
Un errore grave, gravissimo, davvero inaccettabile in Serie A. Un errore, quello dell’arbitro, che peserà come un macigno sul campionato del Milan. I rossoneri sono stati, di fatto, scippati di tre punti dalla decisione di Serra. L’arbitro ha fischiato immediatamente il fallo su Ante Rebic, non concedendo il vantaggio, che ha portato Junior Messias al gol. Sono passati davvero attimi, centesimi di secondo, tra la punizione e la rete dell’ex Crotone.
Un errore sesquipedale che inevitabilmente ha mandato su tutte le furie i tifosi del Milan e gli stessi calciatori. Sono arrivate, immediatamente, sul campo, le scuse da parte del classe 1982, che si è accorto subito di ciò che aveva fatto.
E’ evidente che la decisione avrà delle conseguenze sulla classifica finale del Milan ma anche sulla carriera di Serra, che inevitabilmente verrà fermato per qualche partita.
La consapevolezza di aver sbagliato in maniera grave, con le successive scuse, ha contribuito a placare gli animi. Il Milan ha mostrato al mondo il suo stile, davanti e dietro alla telecamere. Ai microfoni dei giornalisti, si è presentato un Stefano Pioli lucido, nell’analizzare la prestazione di Serra, per il quale era dispiaciuto umanamente, e della sua squadra.
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Il retroscena
Il Corriere della Sera, in edicola stamani, riporta un retroscena avvenuto nel post gara negli spogliatoi di San Siro: secondo quanto riportato dal noto quotidiano, il fischietto, vero protagonista in negativo della serata, era talmente affranto per l’errore commesso, tanto da scoppiare in lacrime.
Chi avrebbe visto Serra, descrive un uomo sotto shock per quanto accaduto. Alcuni calciatori del Milan si sarebbero anche accorti del momento difficile dell’arbitro, così da non insistere con le proteste.
Zlatan Ibrahimovic, insieme ad altri quattro-cinque compagni di squadre, avrebbero, inoltre, consolato l’arbitro negli spogliatoi. Un grande gesto da parte dello svedese e degli altri calciatori, che sottolinea ancora una volta che prima di essere un campione in campo lo è anche fuori.