Non convince la decisione di Governo e Ministero della quota 5 mila spettatori negli stadi italiani. Possibile un nuovo cambiamento.
Nella giornata di campionato conclusasi ieri sera è andato in scena il primo esperimento deciso da Governo e Ministero della salute per contenere l’aumento dei contagi. Ovvero il tetto dei 5 mila spettatori negli stadi italiani in cui si sono disputate le gare della 22.a giornata.
La limitazione degli accessi, avallata dalla Lega Serie A, è stata fatta per evitare lo stop al campionato in un periodo molto teso per via della infettiva variante Omicron. L’intenzione era quella di evitare assembramenti sugli spalti, ma in alcuni casi si è creato un effetto opposto, con disparità numeriche.
In stadi come San Siro o l’Olimpico di Roma, il tetto dei 5.000 ha creato atmosfere surreali e silenziose, oltre a danni economici per i club. In altri impianti (vedi il Penzo di Venezia), tale restrizione ha invece giovato. Cinque mila tifosi in uno stadio che ospita massimo diecimila posti a sedere è un vantaggio.
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Dal 6 febbraio torna il 50% della capienza?
Come riferito dal portale Calcioefinanza.it, questo esperimento contenitivo è risultato un flop quasi totale. Proprio per via di un calcolo effettuato malamente, riferito ad un numero preciso di spettatori massimi (5.000) senza agire per percentuali ignorando il rapporto tra capienza massima e tifosi consentiti.
Il tetto di spettatori verrà utilizzato anche in questa settimana per i match di Coppa Italia prima e per la 23.a giornata di Serie A poi. Probabile comunque che tale regola venga rivista dopo la sosta per le Nazionali di fine gennaio. C’è chi è sicuro che a partire dal primo weekend di febbraio si cambierà ancora.
Possibile che gli stadi di Serie A tornino ad ospitare, per i match del 5-6 febbraio prossimi, almeno il 50% della capienza massima nei propri stadi. Ad esempio il derby Inter-Milan previsto per la 24.a giornata potrebbe ospitare tra i 30 e 40 mila tifosi, se si dovesse tornare alle indicazioni di fine dicembre.
Molto dipenderà dalla cosiddetta curva epidemiologica. Qualora i contagi al Covid-19 calassero sensibilmente in queste settimane, anche la stretta sugli sport diverrebbe meno pressante. Inoltre non sarà necessario un nuovo decreto perché la stessa legislazione in vigore non ha cambiato la soglia: ha provveduto la Lega di Serie A a fissare quella attuale.