Mario Jardel al Grande Fratello VIP portoghese: il Milan (soprattutto Paolo Maldini) si ricordano molto bene di quando era un forte attaccante.
Chi segue con passione il calcio almeno dalla seconda metà degli anni Novanta sicuramente ricorderà Mario Jardel. Era un centravanti brasiliano particolarmente prolifico e in Europa si è distinto con le maglie di Porto, Galatasaray e Sporting Lisbona.
Viste le sue doti da grande goleador, il suo declino è iniziato troppo presto. Avrebbe potuto avere una carriera più brillante e giocare in un top club europeo, però le cose sono andate diversamente. Prima del ritiro avvenuto nel 2012, ha avuto anche il tempo di fare una breve e dimenticabile esperienza in Italia con la maglia dell’Ancona. In questi giorni è tornato protagonista per la partecipazione al Grande Fratello VIP. Ma procediamo per passi.
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La carriera di Jardel: dal Brasile all’Europa
Nato il 18 settembre 1973 a Fortaleza, Jardel si forma nel settore giovanile del Ferroviario prima di trasferirsi al Vasco da Gama e poi al Gremio. Nel Tricolor di Porto Alegre trova Felipe Scolari come allenatore e assieme vincono la Copa Libertadores 1995, lui è capocannoniere della competizione con 12 gol. Vince anche la Recopa Sudamericana prima di lasciare la squadra al termine di 76 partite condite da 58 reti.
Dopo essere stato vicino al trasferimento in Scozia ai Rangers, saltato a causa del suo status da extracomunitario, l’attaccante nell’estate 1996 si trasferisce al Porto. I Dragoes battono la concorrenza degli storici rivali del Benfica. L’ambientamento in Portogallo è rapido, anche perché conosce la lingua e il gioco della squadra guidata da Antonio Oliveira favorisce le sue grandi doti da finalizzatore.
L’11 settembre Jardel vive una serata magica. A San Siro si gioca Milan-Porto, partita della prima giornata della fase a gironi della Champions League. Entra nel secondo tempo e, sul punteggio di 2-1 per i rossoneri di Oscar Washington Tabarez, firma una doppietta che ribalta il risultato regalando vittoria e 3 punti alla sua squadra. Paolo Maldini se lo ricorderà bene, visto che sulle due marcature ha delle responsabilità.
Il centravanti brasiliano conclude la sua prima stagione europea con 35 gol in 44 partite, vincendo il campionato portoghese e una Supercoppa del Portogallo. Nelle tre annate successive vince altri due campionati, due supercoppe e tre Coppe del Portogallo. In quattro anni col Porto colleziona la bellezza di 168 reti in 175 match, una media realizzativa spaventosa. Nella lega nazionale è per quattro volte capocannoniere e tale “titolo” ce l’ha, con Raul e Rivaldo, anche in Champions League nell’edizione 1999/2000. Sua la Scarpa d’Oro nel 1999.
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Dal Galatasaray (ancora contro il Milan) al ritorno in Portogallo
Considerati i numeri messi insieme con il Porto, sarebbe facile immaginare il suo trasferimento in una big d’Europa. Tuttavia, nessuna di esse decide di puntare su di lui e alla fine Jardel passa al Galatasaray. Il club allenato da Mircea Lucescu, reduce dalla vittoria della Coppa UEFA, versa i circa 16 milioni di euro di clausola di risoluzione previsti dal contratto e se lo assicura.
Il bomber brasiliano inizia subito bene con la nuova squadra, che lo ha preso per sostituire Hakan Sukur (finito all’Inter). Nel match di Supercoppa Europea contro il Real Madrid prima porta in vantaggio i suoi su calcio di rigore e poi nei templi supplementari segna il golden gol che regala il trofeo al Galatasaray. Con la squadra di Istanbul totalizza 34 reti in 43 partite.
In Champions League incontra ancora il Milan nella fase a gironi. Nel 2-2 di San Siro realizza il primo gol della partita beffando ancora Maldini, mentre nel 2-0 a Istanbul segna la rete del raddoppio. Una vera bestia nera per i rossoneri. Jardel anche in Turchia diventa un idolo, ma lì non è felice e chiede di fare ritorno in Portogallo.
Nell’estate 2001 firma per lo Sporting Lisbona, grande rivale del Porto. Vince il campionato da capocannoniere e anche la Coppa del Portogallo, inoltre si aggiudica la sua seconda Scarpa d’Oro grazie ai 55 gol segnati nelle 42 partite disputate. Una stagione pazzesca di Jardel, che si conferma un goleador implacabile. Il suo rendimento incredibile sembra meritevole della convocazione per il Mondiale di Corea e Giappone previsto nell’estate 2002, ma il commissario tecnico Scolari non lo chiama. La Nazionale resterà sempre un cruccio per lui, che con la Selecao ha collezionato solo 10 presenze e 1 gol.
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Il declino di Jardel: la depressione, la droga e l’Ancona
La delusione per non essere stato convocato dal Brasile, poi vincitore del Mondiale in Asia, è così grande da spingere il bomber dello Sporting Lisbona verso la depressione. Inizia anche eccedere con l’alcool e consuma cocaina, fatti che porteranno anche alla separazione con la moglie. Nonostante una situazione non facile, segna 12 gol in 21 gare giocate. Ma a neppure 30 anni ormai non è più il solito SuperMario e il suo club non è contento neppure di alcuni suoi comportamenti poco professionali.
Nel luglio 2003 si trasferisce a titolo definitivo in Inghilterra al Bolton Wanderers, dove resta solo sei mesi prima di firmare per l’Ancona. Arriva in Italia come scommessa di Ermanno Pieroni, però è completamente fuori forma e con la squadra colleziona solo 3 presenze senza segnare. Alla presentazione allo stadio Del Conero va a salutare i tifosi sotto la curva della squadra avversaria, il Perugia, e si becca i primi fischi. L’esordio è contro il Milan, che aveva castigato in passato in Champions League ma al quale non riesce a fare neppure il solletico nel 5-0 di San Siro. Neppure Maldini lo riconosce più.
Conclusa l’esperienza all’Ancona, retrocesso in Serie B, cambia diverse società e Paesi: Newell’s Old Boys (Argentina), Goias (Brasile), Beira-Mar (Portogallo), Anorthosis (Cipro), Newcastle United Jets (Australia), Criciuma (Brasile), Ferroviario (Brasile), America de Fortaleza (Brasile), Flamengo do Piaui (Brasile), Cherno More (Bulgaria), Rio Negro (Brasile) e Al Taawon (Arabia Saudita). Nel 2012 si ritira dal calcio giocato.
In alcune interviste ha ammesso i problemi avuti con depressione, alcool e droga. Ma ne è uscito e ha anche riconquistato la moglie Karen. Suo figlio Mario Jardel Junior è un calciatore, però la sua carriera non ricorda neanche lontanamente quella del padre. A 25 anni gioca in Italia nel Virtus Matino. In precedenza ha militato nel nostro Paese con le maglie di Cassino, Matese, Monti Cimini, La Palma e Arzachena.
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Dopo il ritiro: carriera politica e Grande Fratello VIP
Jardel nel 2014 viene eletto alla Camera dei Deputati nella lista del partito socialdemocratico brasiliano. Anche in politica le cose non filano per il meglio. Nel 2016 la Commissione Etica del Parlamento pone fine al suo mandato da deputato a causa di alcune indagini che lo riguardano. A suo carico ci sono accuse pesanti di peculato, truffa, corruzione, falsificazione di documenti, riciclaggio di denaro e anche coinvolgimento nel narcotraffico. Alla fine è stato assolto, però ha vissuto dei periodi difficili e ha rischiato la galera.
In questi giorni il suo nome è rispuntato fuori per la partecipazione al Grande Fratello VIP portoghese. Il format del reality show è noto anche in Italia e diversi altri Paesi. Caso vuole che l’ex attaccante condivida tale esperienza con Bruno de Carvalho, presidente dello Sporting Lisbona dal 2013 al 2018. Non si sono incrociati durante la carriera calcistica del brasiliano, ma avranno qualcosa di cui parlare durante la permanenza al GF VIP.