L’ex attaccante del Milan, ora allenatore del Genoa, diciassette anni fa viveva una delle sue più belle giornate della sua carriera in rossonero
Prima di lui ci erano riusciti Gianni Rivera, Marco Van Basten, Ruud Gullit e George Weah, sebbene quest’ultimo in parte per l’ultima stagione disputata con il PSG.
Andryi Shevchenko è stato il quinto giocatore, nella storia del Milan, ad alzare il Pallone d’Oro a San Siro. Diciassette anni fa, il 13 dicembre 2004, l’attaccante ucraino riceveva il premio da France Football per poi sfoggiarlo ai tifosi che, da cinque anni, ne acclamavano le gesta. Una scena che si sarebbe rivista tre anni quando a fregiarsi del trofeo sarà Kaka, l’ultimo a farlo prima del duopolio Messi-Cristiano Ronaldo interrotto, nel 2018, da Modric.
In quell’edizione del Pallone d’Oro, Sheva ha preceduto sul podio Deco, vincitore della Champions con il Porto e il futuro rossonero, Ronaldinho. Un traguardo che l’attaccante si è guadagnato, nella stagione 2003-04, con la vittoria dello Scudetto da capocannoniere e della Supercoppa Europeanella quale ha segnato il gol decisivo nella finale di Montecarlo contro il Porto di Mourinho.
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Shevchenko, il racconto della vittoria del Pallone d’Oro
Shevchenko ha raccontato i giorni della vittoria del Pallone d’Oro nel libro “Forza Gentile” scritto con il giornalista Alessandro Alciato. L’attaccante ha svelato che nelle settimane precedenti l’assegnazione aveva ricevuto una telefonata da un giornalista di France Football nella quale gli era stata comunicata la vittoria del trofeo con una raccomandazione ovvero non far trapelare la notizia ai media.
Andryi condivise la gioia di quella vittoria anticipata con la moglie Kirsten, il figlio Jordan, i genitori, la sorella, il presidente Berlusconi, Galliani, Braida, Ancelotti, Rezo Chockonelidze, qualche compagno di squadra e, idealmente, con il suo mentore Lobanovskij.
Il giorno della partenza per Parigi per il ritiro del premio, Berlusconi gli mise a disposizione il suo aereo privato. Con lui viaggiarono Galliani, il quale immortolò il momento sul volo di ritorno con un foto storica, Leonardo ai tempi dirigente in pectore dei rossoneri, il direttore organizzativo Umberto Gandini, quello della comunicazione Vittorio Mentana e il direttore sportivo Ariedo Braida.
Proprio su quest’ultimo, Shevchenko ha rivelato un curioso aneddoto nel libro. “L’aveva predetto” – scrive Andryi – riportando una frase (“Tu con questa maglia vincerai il Pallone d’Oro”) che Braida gli disse a Kiev nel corso di un incontro per convincerlo ad accettare la proposta di acquisto del Milan, insidiato da alcuni top club europeo. Braida ci ha preso e, alla fine, anche Sheva scelse bene…