Kalulu felice della sua esperienza in maglia rossonera: ha grandi ambizioni per il futuro.
Tra i giovani che si stanno mettendo in luce al Milan c’è anche Pierre Kalulu. Arrivato un po’ in sordina a Milanello, col tempo ha fatto vedere le sue qualità e di poterci assolutamente stare nella squadra di Stefano Pioli.
Il francese era arrivato a parametro zero dal Lione, ha dimostrato di saper giocare sia nel suo ruolo naturale di terzino destro che in quello di difensore centrale. La duttilità tattica è apprezzata da tutti gli allenatori e lui se la sa cavare bene in ambedue le posizioni.
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Kalulu ha rilasciato un’interessante intervista a Sofoot ed è stato interpellato proprio sulla sua abilità nel giocare in più ruoli: «Al Milan, finché gioco, mi va bene perché è un grande club. Sono gli allenatoti a decidere la mia posizione. Alcuni mi preferisco a destra, altri al centro. Finché sono in campo, a me sta bene. Essere versatili è un vantaggio, perché nel calcio moderno siamo molto mobili. Significa che ho qualità che mi differenziano dagli altri e posso risolvere dei problemi. Al Lione non siamo mai stati fissati in un ruolo, dovevi essere bravo ovunque».
Inevitabile chiedergli di Zlatan Ibrahimovic, un compagno di squadra di esperienza dal quale i giovani possono apprendere tanto: «È il più grande e ha un ruolo di mentore, ha l’esperienza per guidarci. Quando sono arrivato, è stato molto accogliente e mi ha dato molti consigli. Mi ha fatto domande sulla mia vita personale, le mie aspettative e cosa volessi. A volte in campo può urlare, ma è un buon compagno. Mi consiglia di essere veloce e preciso nelle scelte. Essere rapidi fa la differenza nel gioco».
C’è differenza tra avere Ibrahimovic e Giroud in attacco: «Giroud non ha le stesse richieste di Ibra, perché si posiziona diversamente. Si muove di più in area, va sia sul primo che sul secondo palo. Mi dice cosa vuole, parliamo e gli do anche il mio punto di vista. Zlatan si muove un po’ meno, preferisce più una palla sul secondo palo».
Kalulu spiega perché decise di lasciare Lione per Milano: «Nella mia decisione ha pesato il fatto che non avrei giocato, a volte mi chiedo dove sarei oggi se fossi rimasto a Lione. Ero sicuro di avere le qualità per esprimermi e il Milan è un grande club che tutti desiderano. Volevo fare il grande passo. Mi chiedevo se ero pronto o no, sentivo di poterlo fare e non ho aspettato».
Il difensore francese non nasconde le sue ambizioni per il futuro: «L’obiettivo è vincere trofei perché, come dicono i più grandi nello spogliatoio, è ciò che resta a fine carriera. Punto a giocare più partite possibili, sia in nazionale che al Milan».
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