AC Milan sostiene Pangea: aiuto concreto nell’integrazione di dieci donne afghane

Milan ancora impegnato nel sociale e contro ogni tipologia di discriminazione. Il club sosterrà l’integrazione in Italia di dieci donne provenienti dall’Afghanistan

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’AC Milan ha annunciato il proprio impegno nel processo di integrazione di dieci donne afghane rifugiate in Italia, mostrando continuità e spirito di iniziativa sociale in linea con il proprio Manifesto “RespAct”.

AC Milan
AC Milan (©LaPresse)

AC Milan annuncia il proprio impegno con Fondazione Pangea Onlus sostenendo il progetto di emancipazione femminile della onlus che, attraverso aiuti concreti, hal’obiettivo di contrastare la discriminazione e ripristinare i diritti umani femminili.

In particolare, AC Milan sosterrà dieci donne che hanno deciso di lasciare l’Afghanistan e di ricominciare la propria vita in Italia e le accompagnerà nel loro processo di integrazione all’interno del nostro Paese.

Con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione rispetto alla forte instabilità sociale ed economica che regna in Afghanistan, facendo leva sulla propria piattaforma globale e sulla forza del proprio brand nel mondo, il Club ha individuato in Pangea il partner ideale per dare concretamente un aiuto”. 

Questo quanto scritto dal club rossonero nel comunicato ufficiale che annuncia la grande iniziativa e collaborazione con Pangea Onlus.

Le parole di Gazidis

Non poteva mancare il commento di Ivan Gazidis, amministratore delegato AC Milan, che ha parlato così della lodevole iniziativa: Un Club globale come il Milan ha indubbiamente la responsabilità di contribuire a indirizzare un cambiamento positivo nella società. Essere un buon corporate citizen significa prendere posizione sui grandi temi sociali, ma anche e soprattutto agire. Un principio guida del nostro Manifesto RespAct, che ha ispirato l’iniziativa in collaborazione con Pangea, per contribuire a garantire un futuro più sereno a dieci giovani donne afgane e alle loro famiglie.

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