Altra intervista di Zlatan Ibrahimovic prima della trasferta di Madrid in Champions League, una sorta di ultimissima occasione.
Arriva un’altra importante intervista di Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante e leader del Milan ha parlato ai microfoni dell’emittente Prime Video alla vigilia del match contro l’Atletico Madrid.
Subito focus sul match di domani: “Si prepara come sempre, con concentrazione e fisicamente. Io basta che sto bene, seguo le cose che mi fanno fare, se sto bene sono presente. Contro l’Atletico abbiamo giocato molto bene, finché siamo rimasti con uno in meno. E’ difficile essere sotto di un uomo in Champions. Sappiamo cosa possiamo fare e quanto bravi siamo. Ogni partita ha la sua vita, noi ci proviamo”.
Sul rapporto con Simeone e l’ipotesi di giocare all’Atletico: “Simeone è un grande allenatore, è vivo in panchina, ha tante emozioni. Mentalità e atteggiamento vincente, se è come me non so, ognuno ha il suo carattere. Mi fa effetto e mi stimola, quando incontri queste persone è un vantaggio, già sai che hanno una mentalità vincente. Ho visto Simeone una sola volta a Formentera, l’ho salutato ma non c’è mai stata la possibilità di andare a Madrid”.
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Sul suo ruolo da leader: “Parlo tanto con i compagni, è una mia responsabilità. Per me se sei leader automaticamente, ognuno si prende i suoi compiti. Chi si sente di parlare, dire le cose per dare coraggio, deve arrivare tutto naturalmente. Ognuno fa il suo per prepararsi e concentrarsi e se fa di più per i compagni arriva naturalmente, le cose che dico sono spontanee”.
Le motivazioni: “Io ho un problema, non sono mai soddisfatto. Voglio fare di più per sentirmi vivo, che sono presente. Non voglio essere qua per qualcosa che ho fatto prima, bensì per il presente. Mi piace lavorare, soffrire, questo mondo che sto vivendo. Poi più l’età aumenta più le cose cambiano. Ma chi è intelligente adatta tutto al suo status”.
Sul percorso per arrivare in alto: “Tutti hanno sogni, ma per arrivare serve tanto. Bisogna crederci, avere voglia, essere pronti a fare sacrifici e soffrire. Non è tutto automatico, quando qualcuno ti porta successo. Dipende tutto da te. Nessuno inizialmente credeva in me, ma non mollavo, avevo fiducia in me, sapevo di essere il più bravo. Questa mentalità mi ha portato avanti, ho dimostrato che tutto è possibile, tutto dipende da te e quanto sei disposto a dare per arrivare. Io ho fatto il massimo: sono arrivato da quasi nulla, la mia condizione non era come quella degli altri”.
Infine sull’aiuto ai giovani: “Sono a questo livello da 25 anni, ho passato momenti duri, ma anche positivi. Porto la mia esperienza a loro, così non gli serve molto per pensarci. Gli do parole chiave per fare ciò che serve, poi ognuno deve prendersi le sue responsabilità, crescendo devi aumentare il tuo livello”.