Prima sconfitta stagionale per il Milan contro un’ottima Fiorentina, ma diventano determinanti gli errori difensivi individuali.
Da una parte c’è il solito Milan, combattivo e che non si dà mai per vinto, voglioso fino all’ultimo di fare la sua parte. Dall’altra un’incomprensibile incertezza difensiva continua.
In questo modo è nata la prima sconfitta in campionato della banda Pioli, sul campo di una Fiorentina a cui vanno resi i giusti meriti. Prova eccellente dei viola, soprattutto per la scaltrezza con cui hanno approfittato dei disastri difensivi rossoneri.
Il 4-3 del ‘Franchi’ non ridimensiona le ambizioni del Milan, ma di certo mette la squadra (attualmente) capolista in guardia. Commettere errori così grossolani può compromettere un cammino intero.
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Il paradosso della sconfitta di ieri è che il Milan ha giocato, con continuità e con idee. Non ha per nulla deluso le aspettative, anche se nel primo tempo ci si attendeva di più nella costruzione del gioco.
A fare la differenza sono stati gli errori individuali. Clamoroso quello di Tatarusanu e Gabbia nell’occasione dell’1-0 di rapina di Duncan, con pallone lasciato inspiegabilmente in mezzo all’area rossonera e spinto gentilmente in porta dal calciatore africano.
Una fiera delle ‘papere‘ che ha reso la sfida anche più godibile e combattuta. Sbaglia anche la Fiorentina, con l’ex Bonaventura che regala a Ibrahimovic il pallone dell’1-3. Ma quando il Milan sembrava poter realmente tornare in partita, è Theo Hernandez a chiudere la fiera degli orrori perdendo una sfera delicatissima in area, dando il là al poker di Vlahovic.
Milan combattivo fino all’ultimo, che si consola con un Ibra da record: diventa il più anziano calciatore ad aver segnato una doppietta in Serie A. Ma il duello a distanza con l’allievo Vlahovic stavolta ha premiato il giovane serbo, implacabile punta di diamante di una Fiorentina che ora sogna ambizioni europee.
Pioli dovrà subito rigenerare i suoi, far dimenticare gli errori individuali e ricostruire la mentalità. Mercoledì c’è la sfida a Madrid, sul campo dell’Atletico. Non saranno ammesse leggerezze di ogni tipo.