Kjaer conferma il suo attaccamento alla maglia del Milan, con la quale spera di chiudere la carriera.
Era il gennaio 2020 quando Simon Kjaer arrivò in rossonero tra lo scetticismo generale. All’Atalanta aveva vissuto dei mesi anonimi, con poco spazio in campo, ma quando è approdato a Milano ci ha messo poco a prendersi il posto e la fiducia di tutti.
L’ingaggio del difensore danese è uno dei colpi di mercato più azzeccati del Milan negli ultimi anni. Un piccolo investimento economico per avere in cambio un grandissimo contributo tecnico e umano. Il rendimento dell’ex Siviglia è sotto gli occhi di tutti.
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Kjaer al sito simonkjaergifs.com ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato anche di Milan. A proposito del suo 2021, che lo vede anche candidato per il Pallone d’Oro, si è così espresso: «È stato un anno pazzesco, molto positivo. Ma c’è qualcosa che a giugno ci ha cambiati e che per fortuna è finita bene. Abbiamo giocato gli Europei e ci siamo qualificati per il Mondiale, le restrizioni a Milano, sono successe tante cose. Per fortuna ho raggiunto una certa età e posso godermela».
Il difensore danese è molto soddisfatto del rinnovo di contratto fino a giugno 2024: «Ne sono orgoglioso. Non c’è altro posto dove vorrei essere. È la soluzione perfetta per me e la mia famiglia. A Milano non avrei potuto scrivere meglio la mia carriera. Non avrei cambiato nulla. Potrei arrivare a giocare cinque anni nel Milan. Spero di restare più a lungo possibile, mi fermerò quando non sarò abbastanza bravo».
Kjaer conferma che vorrebbe concludere la sua carriera al Milan: «Mi piacerebbe, ma nel calcio ho imparato che non bisogna farsi troppe aspettative e progetti. Il tempo lo dirà, ma è chiaro che se dipendesse da me vorrei finire la mia carriera a Milano. Finché sento fame e voglia di dare, mi piacerebbe restare qui. Quando arriveranno dei giovani a prendermi il posto, allora mi fermerò».
Fu il Palermo a portarlo in Serie A ed è molto legato a quell’esperienza, lo ha aiutato tanto: «Palermo mi ha trasmesso l’amore per l’Italia e il calcio italiano, adesso ce l’ho per il Milan. La cucina italiana è la migliore e anche lo stile di vita mi piace. Mi sono formato come calciatore. Sono un difensore a cui piacciono i duelli, il gioco uomo contro uomo, sono abile tatticamente e nel leggere la partita. Sono stato anche in Germania, Francia, Turchia e Spagna prendendo qualcosa da ogni singola cultura per formarmi come giocatore. Però la mia base è italiana».
Ha parlato anche dell’addio all’Atalanta, dove Gian Piero Gasperini non gli diede abbastanza fiducia: «L’Atalanta è un club fantastico e non penso si aver giocato male, non ha funzionato per una decisione tattica dell’allenatore. Non ho mai avuto dubbi di poter fare la differenza a Bergamo e a Milano. Ovviamente al Milan ho dovuto essere abbastanza bravo da convincerli a comprarmi, dipendeva molto da me».