A Milano c’è chi non vuole che lo stadio Giuseppe Meazza venga abbattuto, seppur non completamente: nasce un nuovo comitato.
Milan e Inter vanno avanti con il progetto del nuovo stadio, dopo aver incassato l’ok della Giunta comunale sul pubblico interesse dell’opera. L’iter è ancora lungo, però la strada è tracciata e non si tornerà indietro.
Il nuovo impianto sportivo sorgerà in zona San Siro, vicino al Giuseppe Meazza. Quest’ultimo rimarrà almeno fino al febbraio 2026, quando saranno inaugurate le Olimpiadi invernali. Poi sarà parzialmente demolito per essere destinato ad altre attività.
Ma è noto che a Milano non c’è esattamente unanimità per quanto riguarda l’abbandono e la demolizione parziale del Giuseppe Meazza. Come riportato dal Corriere della Sera, comincia a prendere forma il Comitato Sì Meazza. In pochi giorni sono è arrivato un centinaio di adesioni. Ad aver aderito personalità come Milly Moratti, Claudio Trotta (promoter di concerti rock), l’ex prefetto Bruno Ferrante, l’avvocato Felice Besostri, l’impresario teatrale Gianmario Longoni, l’ex numero 1 di Atm Bruno Rota e altre sia della società civile che della politica.
Nel manifesto di questo comitato si legge: «Per la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento del Meazza, per recuperare a verde l’immensa distesa di cemento attorno alla stadio, per riqualificare l’ambiente urbano peraltro già interessato da altre operazioni immobiliari. Ci auguriamo che il sindaco e la giunta portino rapidamente in Consiglio le motivazioni alla base della dichiarazione di pubblico interesse. Perché non c’è uno studio di fattibilità, non è definito il progetto e non c’è soprattutto una motivazione, come prevedrebbe la legge, sulla rinuncia al recupero dello stadio esistente.
In realtà il Meazza non sarebbe neanche da recuperare. Recentemente lo stadio ha ospitato gare importanti: dal derby alla semifinale e alla finale di Uefa Nations League. Nel 2016 sono stati fatti dal Comune ulteriori interventi per la sicurezza statica dell’impianto e l’adeguamento a norme internazionali, tali da consentire lo svolgimento della finale di Champions League».