Leao ha voglia di vincere il derby contro l’Inter e di arrivare in alto col Milan.
Sembra essere arrivata la stagione della maturità per Rafael Leao. Il talento portoghese è cresciuto rispetto alle due annate precedenti, ha intrapreso la giusta strada per diventare un grande giocatore. Ha trovato la costanza che gli mancava e deve proseguire così.
Finora ha messo a segno 5 gol e 2 assist in 15 partite tra Serie A e Champions League. Gli mancano solo due reti per raggiungere il bottino della scorsa stagione. Può sicuramente finire in doppia cifra, le capacità non gli mancano. Il Milan crede molto in lui e non a caso sta cercando anche di rinnovargli il contratto.
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Rafael Leao ha concesso un’intervista al quotidiano La Repubblica e ha detto esplicitamente di puntare a vincere il derby contro l’Inter, anche se non è ancora uno scontro decisivo per lo Scudetto: «Vogliamo vincere davanti ai tifosi. Presto per dire che vale un pezzo di Scudetto. L’ultimo se l’è preso l’Inter, va rispettata. Però un derby è un derby, è importante vincerlo».
Giocare in Champions League era un sogno del portoghese e l’ha realizzato con la maglia del Milan, anche se la situazione nel girone non è buona ora: «Era un sogno fin da piccolo e l’ho realizzato col Milan, la squadra delle sette Coppe dei Campioni e di Kakà, Seedorf e Pirlo che ammiravo come il Barcellona e il Manchester United. Sono felice. Rischio eliminazione? Mancano due partite, due finali. Un punto di classifica è poco, meritavamo di più».
Non mancano elogi a Zlatan Ibrahimovic, compagno di squadra importante per lui e il resto del gruppo: «Zlatan è un fratello maggiore, gli sto sempre vicino. Lui sa che posso fare la differenza con i piedi, ma mi dimostra che è l’importante è la testa, restare sempre concentrato».
A Leao viene chiesto quali siano i punti di riferimento per non sbagliare: «Pioli, un allenatore esigente. Maldini, un idolo che parla con semplicità perché ognuno di noi dia il meglio. E Ibra, un esempio per il passato e per il presente: l’età per lui è un numero».
Rafa è un predestinato? Lui replica così: «Dio mi ha regalato il talento, la cosa più rara. Ma poi ci sono i sacrifici, il duro lavoro. A calcio non si gioca da soli. Ho un talento da coltivare».
Il numero 17 del Milan si esprime anche sulla sua posizione preferita in campo: «A sinistra posso puntare l’avversario, c’è più spazio. Da centravanti devi tenere palla, da solo è più difficile. Nel 4-4-2, con un’altra punta, ti muovi di più. Ma davvero gioco dove serve».