Ibrahimovic un’intervista non ha escluso un futuro lontano dal Milan, ha parlato anche di Scudetto e PSG.
Non ci sono dubbi sull’importanza che Zlatan Ibrahimovic ha ricoperto nella squadra rossonera dal momento del suo ritorno. Purtroppo gli infortuni lo hanno un po’ frenato, però l’impatto del centravanti svedese è stato molto positivo.
La sua presenza a Milanello ha aiutato molto i giovani a crescere e a tirare fuori quel talento che prima sembrava intrappolato. Una figura di esperienza e carattere come lui ha facilitato il lavoro di Stefano Pioli, che ovviamente ci ha messo tanto di suo per rendere il Milan ciò che è oggi.
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Ibrahimovic in un’intervista concessa a Telefoot ha spiegato come si fa in età avanzata a giocare ancora ad alti livelli: «Il segreto della mia longevità sta nella testa. Sto cercando di dimostrare che 40 è solo un numero, che posso fare ancora ciò che amo. Voglio migliorare ogni giorno. Ovviamente non posso più giocare come prima, però sono più intelligente e ho maggiore esperienza. Le mie performance non mi stupiscono, sono il migliore. Non posso essere sorpreso se sono il migliore. Cerco di aiutare i compagni a progredire. Non ho altro da dimostrare, ma non voglio pentirmi di essermi fermato. Non mi fermo finché non verrò cacciato, finché avrò veramente finito».
Zlatan non può dire al 100% che il Milan sarà il suo ultimo club in carriera: «Non sono sicuro, vedremo. Ho detto che voglio giocare finché posso. Se mi dovessero mandare via e mi sentissi di continuare a giocare, continuerei. Al Milan ho un ruolo importante, di grandi responsabilità, ed è una situazione che mi piace».
L’attaccante scandinavo pensa che lo Scudetto non sia un obiettivo impossibile da raggiungere: «Possiamo crederci. Più ci credi e più diventa possibile. Devi lavorare e crederci, altrimenti non arrivi ai tuoi obiettivi».
Battuta finale sul Paris Saint Germain, dove è approdato nel 2012 quando fu venduto proprio dal Milan: «Senza di me il PSG non sarebbe diventato quello che è diventato. Non sono andato a Parigi per i soldi o per la città, ma per cambiare tutto».