Porto-Milan tornano ad affrontarsi 18 anni dopo la finale di Supercoppa Europea vinta dai rossoneri a Montecarlo nel 2003. Prima, nel 1996, c’era stata una sfida in Champions piuttosto movimentata
Porto e Milan si ritrovano contro in Champions League, 25 anni dopo l’ultima sfida disputata il 20 novembre 1996 al Das Antas, il vecchio stadio dei Dragoes, gremito da 50mila tifosi. All’epoca le due squadre erano inserite nel girone D insieme a due compagini scandinave, i norvegesi del Rosenborg e gli svedesi del Goteborg.
Campione d’Italia in carica e con Tabarez in panchina al posto di Capello, il Milan di Baggio (all’esordio assoluto nella massima competizione europea), Weah, Savicevic e degli inossidabili Baresi, Maldini, Rossi, Costacurta, Boban, Albertini e Desailly, comincia il cammino europeo con una sconfitta, in casa, proprio contro il Porto. Un 2-3 deciso dalla doppietta di un attaccante che, negli anni avvenire, farà molto parlare di sé in Europa ovvero Mario Jardel. Immediato il riscatto dei rossoneri che si impongono 1-4 con il Rosenborg prima di una sconfitta a Goteborg (2-1) prontamente assorbita dal 4-2 a San Siro nel match di ritorno con Thomas Locatelli protagonista.
Il Porto, dal canto suo, procede spedito e con 4 vittorie di fila è di fatto già qualificato. Il Milan invece deve respingere l’assalto del Rosenborg e si presenta al Das Antas di Oporto, alla quinta giornata, con l’obiettivo di un risultato positivo che avrebbe permesso di affrontare l’ultima sfida del girone con i norvegesi con maggiore serenità.
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Un mercoledì diverso per i tifosi rossoneri quel 20novembre ’96. Il match di Oporto, infatti, fu uno dei primi di Champions ad essere trasmesso da Tele+2, la pay tv terrestre dell’epoca precedente all’avvento del satellite. Tele+ trasmetteva la Champions insieme a Canale 5 e Italia 1 e non aveva una copertura capillare sul territorio. Di conseguenza, senza internet e i portali di livescore, in tanti attesero le 23 per vedere la replica in chiaro, resistendo anche al possibile spolier sul risultato del televideo.
Fu il Milan a sbloccare il punteggio nel catino biancoblu con il gol di Edgar Davids su assist di Weah al 56′. Un’incursione fulminea in area quella dell’olandese conclusa con una staffilata sotto la traversa. Fu quello l’unico gol in rossonero di Davids, il cui talento esploderà con la Juventus, club con il quale vinse 3 Scudetti e perse due finali di Champions, nel ’98 contro il Real e nel 2003 proprio contro il Milan a Manchester.
Al 71′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il brasiliano Edmilson ribatte in rete la corta respinta di Desailly. E’ il gol dell’1-1, punteggio con cui si concluderà il match. A Trondheim, nel frattempo, il Rosenborg batte il Goteborg e si porta a -1 dal Milan, secondo in classifca, con lo scontro diretto in programma a San Siro a dicembre.
Non finirà dopo il fischio finale quel Porto-Milan. Nel tunnel degli spogliatoi, George Weah colpisce con una testata il difensore portoghese Jorge Costa. Già in campo c’erano stati degli screzi tra i due tra interventi rudi e provocazioni. Nel match di andata, inoltre, dopo un gol del liberiano un pestone di Jorge Costa provocò una ferita al dito di Weah costretto a un’operazione di urgenza per rimuovere un pezzo di anello conficcatosi dentro l’anulare.
La testata di Weah provoca un’evidente ferita sul viso del rivale, il cui volto insanguinato viene mostrato dai compagni di squadra alle telecamere. L’allenatore del Porto, Oliveira, porta con sé Jorge Costa anche in conferenza stampa. Il difensore è visibilmente stordito e il tecnico definisce Weah un assassino. Sono minuti concitati. Jorge Costa è sul punto di presentare formale denuncia nei confronti dell’attaccante del Milan che rischia addirittura il fermo di polizia. L’intervento di Galliani evita un epilogo clamoroso ma non il verdetto Uefa che punirà l’attaccante liberiano con 6 giornate di squalifica. Una pena lieve considerato che si era addirittura paventato lo stop di un anno dalle competizioni europee.
La serata di Oporto inaugura un periodo di grande difficoltà per il Milan. Il 1 dicembre, la rovesciata di Luiso condanna i rossoneri alla sconfitta a Piacenza (3-2). Un ko che porta all‘esonero di Tabarez sostituito da Sacchi. Un ritorno clamoroso quello del tecnico di Fusignano all’epoca c.t. della Nazionale. Sacchi debutta proprio contro il Rosenborg in Champions. A San Siro, i norvegesi si impongono 1-2 ed eliminamo il Milan che chiuderà il campionato mestamente all’undicesimo posto. Al termine della stagione, Sacchi lascia i rossoneri. Torna Capello, un altro remake che alla stregua del precedente sarà molto deludente.