Pioli risponde a Raiola dopo i fischi a Donnarumma in Italia-Spagna. Parla anche di contratto, Maignan, Rangnick e crescita del suo Milan.
Stefano Pioli è tra i maggiori artefici della rinascita del Milan dopo un periodo difficile. Dopo un avvio non semplice, è riuscito a dare la sua impronta alla squadra e i risultati si sono visti.
Intervistato dal quotidiano Il Giornale, l’allenatore rossonero ha spiegato come il Diavolo si è trasformato: «Già a gennaio 2020 ho colto il cambiamento, coinciso con l’arrivo di Ibra e Kjaer. Durante il lockdown abbiamo avuto tutto il tempo per entrare in sintonia da remoto. Quando siamo tornati a Milanello, pur dividendo in quattro il gruppo, la sensazione è che ci conoscevamo meglio».
A Pioli viene ricordato anche delle indiscrezioni che davano Ralf Rangnick suo sicuro successore, ma ribadisce un concetto: «Io non mi sono mai sentito precario. Perché ho sempre creduto alle parole di Gazidis poche ore prima della sfida col Genoa. Disse davanti ai calciatori: “Siamo tutti sotto esame, diamo tutto e alla fine si deciderà. Non date retta ai media, perché nessuna scelta è fatta”. Perciò non mi sono mai sentito fuori dal Milan, nemmeno quando leggevo i titoloni su Rangnick».
Al mister del Milan viene domandato se la scoperta di Mike Maignan sia sua: «Quando giochiamo contro un rivale europeo – spiega – di solito noi dello staff vediamo 4-5 partite per capire chi incontreremo. E in quelle partite Mike mi aveva colpito. Poi quando è venuto a San Siro, l’ho visto e sentito partecipe con i suoi. Lo abbiamo fatto seguire dai nostri preparatori dei portieri che hanno confermato il giudizio».
Successivamente si parla del suo contratto con il Milan, in scadenza a giugno 2022: «Nella mia testa il contratto con il Milan non ha scadenza. Ho un rapporto simbiotico con Maldini, Massara e Maldini. Sto bene a Milanello e abbiamo tutti le stesse ambizioni».
Una domanda riguarda pure i fischi presi da Gianluigi Donnarumma in Italia-Spagna: «Gigio ha dato tutto per il Milan fino all’ultimo giorno e il club ha ricambiato proteggendolo e pagandolo fino all’ultimo giorno. Il presidente Scaroni è intervenuto il giorno prima di Italia-Spagna chiedendo che non venisse accolto con i fischi. Poi entrano in gioco la passione e i sentimenti. L’enorme relazione che c’era tra i tifosi e il calciatore è fatta di tanto amore, ma anche di tanto dispiacere».