Andrea Belotti è un’idea per il Milan nel calciomercato di gennaio. L’attaccante non rinnova con il Torino ed è in scadenza a giugno 2022. Tre buoni motivi acquistarli e tre, invece, per non farlo
La nuova stagione è iniziata solo da un mese e mezzo ma per il Milan c’è già un problema infortuni. Zlatan Ibrahimovic è andato subito ko: esordio contro la Lazio con gol, poi l’infortunio muscolare alla vigilia della prima di Champions League contro il Liverpool. Inizio complicato da questo punto di vista anche per Olivier Giroud: doppietta al Cagliari poi la positività al Covid e il fastidio alla schiena lo hanno costretto allo stop.
Ieri è tornato ad allenarsi in gruppo ed è a disposizione per l’Hellas Verona della prossima settimana, ma il problema resta. In assenza delle due punte, Stefano Pioli ha puntato su Ante Rebic e non su Rafa Leao: risposta più che positiva perché il croato, fra gol e lavoro sporco, ha portato a casa ottime prestazioni. Non è il suo ruolo e questo appare evidente: l’incredibile spirito di sacrificio gli consente di giocare praticamente in ogni posizione. L’altra opzione è Pietro Pellegri, arrivato a Milanello già malconcio e ancora fuori condizione; gli serve del tempo ma non dà certezze al momento. E se Ibra e Giroud non garantiscono continuità dal punto di vista fisico, è chiaro che qualche riflessione va fatta in vista del calciomercato di gennaio.
In questi giorni è tornato in auge il nome di Andrea Belotti, accostato più volte al Milan nella storia recente: le altissime richieste di Cairo bloccarono il suo acquisto nell’estate del 2017, altre possibilità si sono aperte nell’ultimo mercato estivo ma non c’è mai stata una trattativa concreta. La situazione col Torino è al limite: l’attaccante, come riferito dal presidente granata, ha rifiutato un ricco rinnovo, probabilmente con l’idea di andar via a parametro zero il prossimo giugno, o magari già a gennaio ad un prezzo più abbordabile. Belotti ha sempre detto di essere milanista e di avere come idolo Shevchenko: oggi il Corriere dello Sport ha detto che il suo sogno sarebbe proprio giocare nel Milan, mentre ieri si sono diffuse indiscrezioni circa qualche primo contatto con il suo entourage. Maldini e Massara ci pensano, ma è davvero un acquisto necessario?
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Ci sono almeno tre buoni motivi che possono convincere il Milan a realizzare finalmente il sogno di Belotti. In primis, come spiegato in apertura, le incerte condizioni fisiche degli attaccanti: Ibrahimovic, Giroud e anche Pellegri non danno garanzie e l’attaccante del Torino è un’ottima opzione per colmare un possibile vuoto. Inoltre, l’acquisto è promosso anche sul piano economico: in scadenza a giugno 2022, l’ex Palermo potrebbe liberarsi per una cifra davvero irrisoria.
Ovviamente questo dipende tutto da Cairo: il presidente, ormai rassegnato all’idea di perderlo a zero, potrebbe impuntarsi e, a questo punto, tenerlo a disposizione di Juric fino a fine anno, oppure, e questa è l’ipotesi più estrema, destinarlo alla tribuna. Resterebbe però il danno economico, che per un club come il Torino è molto pesante. Terzo e ultimo punto: Belotti è milanista e, come Tonali e Calabria, darebbe il massimo per la maglia, oltre ad essere ormai un attaccante esperto e conoscitore delle difese italiane.
A dei pro però seguono sempre dei contro e, anche in questo caso, abbiamo provato a raccoglierli in tre punti. Il primo è quello più importante: se finora abbiamo parlato di difficoltà fisiche delle attuali punte del Milan, c’è da dire che Belotti sta vivendo qualcosa di simile. In questo inizio di stagione ha giocato molto poco. Potrebbe rientrare per la partite contro il Napoli dopo la sosta, ma necessita comunque di tempo per ritrovare la condizione. Passiamo poi all’aspetto economico: si, è vero, lo abbiamo inserito anche nei pro, ma è fondamentalmente anche un contro: quanto è giusto investire poco meno di 10 milioni per un giocatore che si libera a zero solo fra pochi mesi? Una decisione importante che spetta soltanto alla società e alla proprietà perché Elliott si è sempre mostrata poco incline a questo tipo di operazioni.
L’ultimo punto è invece di natura tattica: il Milan è abituato a giocare con un certo tipo di centravanti, da Ibrahimovic a Giroud a Rebic, ovvero giocatori che si legano bene al resto della squadra e fanno gioco. Belotti è un centravanti che attacca la profondità, un guerriero con una tecnica non proprio avanzatissima, ma fa gol. Un Cutrone, per intenderci. Quanto riuscirebbe ad inserirsi in questo contesto tattico ormai ben oliato?