Il ricordo del primo allenatore al Malmoe di Zlatan Ibrahimovic, che ricorda i primi vagiti calcistici dell’attaccante.
Alla soglia dei 40 anni di Zlatan Ibrahimovic, la Gazzetta dello Sport è andata ad intervistare una delle prime persone che hanno visto esplodere il fenomeno svedese, quando era ancora un ragazzo dal carattere forte e con grandi speranze.
Oggi è stata pubblicata l’intervista a Johnny Gyllensjo, primo allenatore al Malmoe di Ibra. Il suo più grande merito fu quello di convincere l’attaccante da giovanissimo a non smettere con il calcio, quando sembrava un mondo troppo complicato e pieno di regole per uno come lui.
Gyllensjo ha raccontato proprio di Zlatan ragazzino: “Era già forte ovviamente, questo lo si vedeva subito. Molto diverso dentro e fuori dal campo. Andava sempre ad allenarsi intorno a casa sua, a Rosengard, in mezzo ai palazzi. Se non era all’allenamento con noi, andava a giocare con gli amici dove ora c’è lo Zlatan Court, il campetto costruito per far giocare i bambini della zona”.
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Eppure il mastodontico Zlatan non ha sempre avuto la fisicità che oggi gli si riconosce: “Ora sembra strano ma a 15 anni il suo corpo non era così devastante. Aveva una grande tecnica, questo sì, si allenava a dribblare e in quello era già bravissimo. Fisicamente però è esploso più tardi”.
In molti hanno provato ad imitarlo, ma Ibra è unico: “Molti calciatori pensano di essere Ibrahimovic, ma non sanno quanto lavoro duro ha fatto lui per più di vent’anni. Ne ho visti passare molti da queste parti, ma i giornalisti mi chiedono sempre e solo di Ibra”.
Un aneddoto sulla giovinezza di Ibrahimovic: “Ricordo la volta in cui rubò la bicicletta di una persona dello staff tecnico e la riportò al campo il giorno dopo… Non era sempre semplice con lui”.
Infine una somiglianza che Gyllensjo ha scovato fra Ibra ed un suo rivale: “So che non sono propriamente amici, ma io nell’attitudine, nella personalità, vedo qualcosa di Ibra in Lukaku“.