Debutto casalingo in Champions League per il Milan questa sera, contro l’Atletico Madrid campione di Spagna.
A volte il calcio sembra più beffardo di un destino già scritto. Lo sa bene il Milan, che questa sera tornerà ad udire l’inno della Champions League nella propria casa madre, nello stadio di San Siro dopo ben 7 anni e mezzo di assenza.
Tanto è durato l’esilio rossonero dalla competizione più prestigiosa. Sette come le Champions vinte nella storia dal Diavolo, che però oggi partecipa alla fase a gironi da outsider, senza dimenticare la nomea ed il rispetto che forzatamente incute il nome Milan in Europa.
Destino beffardo perché sarà l’Atletico Madrid di Simeone a battezzare il Milan al ‘Meazza’. Proprio lo stesso avversario dell’ultima volta. Ma a prescindere da corsi e ricorsi storici, la squadra di Stefano Pioli è pronta ad affrontare chiunque ad armi pari, pur partendo sfavorita dai pronostici.
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La Gazzetta dello Sport ha voluto ricordare l’ultimo precedente tra Milan e Atletico, che risale come detto all’ultima apparizione in Champions League dei rossoneri. Era il 19 febbraio 2014, un’era fa dal punto di vista storico e calcistico.
Il Milan era guidato da Clarence Seedorf, allenatore-filosofo scelto da Silvio Berlusconi dopo l’addio di Allegri. In campo c’era Kakà, leader di una squadra in calo e dal morale basso. Era il Milan di Rami, Emanuelson, Taarabt e di De Jong con la fascia da capitano. Non proprio il massimo a livello di qualità.
La spuntò l’Atletico, già figlio del ‘cholismo‘, con un gol di Diego Costa. Quella fu inoltre una stagione quasi magica per i colchoneros, che vinsero la Liga spagnola e sfiorarono la conquista della Champions in finale contro il Real Madrid di Ancelotti.
1-0 dunque per l’Atletico, che al ritorno degli ottavi di finale ne face addirittura quattro al malcapitato Milan. Un’uscita di scena desolante e prolungata, visto che per sette anni i rossoneri avrebbero visto la Champions League solo in televisione. Ma oggi l’aria è cambiata, Pioli ha costruito una squadra combattiva e mai timorosa. Chiedere al Liverpool per credere.