Le parole dell’ex tecnico rossonero rilasciate in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Si è parlato anche della lotta per lo Scudetto
Arrigo Sacchi è tornato a parlare di Milan, tra passato e presente. Ricordando la sua squadra rossonera, l’ex allenatore ha avuto qualcosa da dire anche sull’attuale rosa comandata da Stefano Pioli, secondo lui pronta per fare bene anche in Europa. Ma facciamo un passo indietro nel tempo e ripercorriamo tutte le parole di Sacchi nell’intervista realizzata dalla Gazzetta dello Sport.
“Il mio Milan era diverso dalle altre squadre”, dice Sacchi. “Il presidente Berlusconi aveva in mente solo tre cose: vincere, convincere e divertire. Lui era diverso dagli altri, tolse addirittura i premi partita per sostituirli con premi a obiettivo: se arrivi primo prendi una cifra, se arrivi secondo un’altra… Nel 1988 arrivammo primi e da lì la storia cambiò”.
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Sacchi: “Bisogna dare tempo a Pioli”
Dopo il tuffo nel passato, Arrigo Sacchi commenta così il Milan di questa stagione: “La squadra sta dimostrando di essere all’altezza degli altri club europei, sia per il modo di stare in campo che di giocare. Qualche volta però i giocatori dovrebbero prendersi qualche rischio in più”.
Sull’età media molto bassa della rosa: “Sono tutti ragazzi giovani, non hanno molta esperienza internazionale e per sopperire a questo devono dimostrare compattezza attraverso la forza del gruppo. Mi piacerebbe vederli più vicini tra di loro con i reparti più collegati, in modo tale da fare un pressing pressoché perfetto”. Continua Sacchi: “Se pressi bene, recuperi subito il pallone. Poi serve anche più movimento senza palla soprattutto degli esterni. Però ci tengo a ribadire un concetto: ci vuole pazienza, bisogna dare tempo all’allenatore di mettere in atto la sua idea di gioco e Pioli ci sta riuscendo”.
Si parla di lotta Scudetto e Sarri ci tiene a dire la sua: “Milan, Inter e Napoli sembrano un passo avanti a tutte, persino alla Juventus. Questa situazione mi fa tornare indietro nel tempo, quando il mio Milan riuscì a battere la squadra che aveva il giocatore più forte del mondo, Diego Armando Maradona“.