Ansie, aspettative ma anche consapevolezza di dover affrontare un girone di ferro. I rossoneri sono chiamati all’impresa in Champions League, un pò come l’Italia di Mancini all’Europeo. Sono tante le similitudini con gli azzurri
Domani sera, ad Anfield, il Milan farà il suo esordio in Champions League dopo ben sette anni d’assenza. Eppure, quel palcoscenico è stata la casa dei rossoneri per tanti, tantissimi anni. Gloria e felicità l’hanno fatta da padrone per il Milan e i suoi tifosi, che ormai da troppe stagioni soffrono gli scarsi risultati della squadra.
Ma da un anno e mezzo a questa parte qualcosa sembra esser cambiato. I rossoneri possono vantare un gruppo, dei leader, un gioco e un tecnico che hanno riportato il Milan a livelli considerevoli. Le stesse componenti che hanno trascinato e riportato il club in Champions dopo tanti anni.
Comincerà contro il Liverpool il nuovo cammino nell’Europa delle grandi. Un caso? Forse si, o forse è il fato. Proprio contro i Reds il Milan ha vinto la sua ultima Champions. Correva l’anno 2007 e i rossoneri vantavano una rosa notevole. Il gruppo di oggi è certamente diverso, ma può contare su delle componenti che alla lunga possono far la differenza. Intanto, alla base, c’è un gruppo solido, con empatia, sincronia e tanta forza; ah, e non dimentichiamo il mix di giovinezza ed esperienza sul quale può contare Pioli.
Stesse componenti dell’Italia di Mancini all’Europeo?
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Milan come l’Italia, i giovani possono sorprendere e i veterani far da guida
Certo, le favorite alla vittoria della prossima coppa dalle grandi orecchie sono quelle, ed è innegabile: Paris Saint Germain, Chelsea, Manchester City e qualche altra big in corsa. Ma il Milan può far la differenza in questa competizione. Il girone non è stato quello tra i più fortunati. Contro Liverpool, Atletico Madrid e Porto non sarà facile conquistare gli ottavi.
Ma i rossoneri, già contro la Lazio, hanno dimostrato di avere quella marcia in più, in un gioco che ricorda tanto quello dell’ultima Italia agli Europei. Gli azzurri di Mancini hanno stravolto qualsiasi pronostico e mettendo in risalto il collettivo e facendo leva sullo spirito di gruppo è lievitato il valore e il rendimento dei singoli. Oggi, la squadra di Pioli, per spirito, compattezza e tattica è quella che più ricorda la Nazionale.
I principi di gioco sono molto simili: ritmi altissimi, pressing costante e asfissiante, possesso palla strutturale, e giocata dei singoli. Il Milan continua ad attaccare anche quando in vantaggio, un fattore che fino a qualche anno fa non veniva applicato. E l’ambiente, la sintonia tra giovani e meno giovani somigliano tanto a quell’atmosfera felice che gli azzurri ci hanno fatto vivere durante il cammino agli Europei.
Giovani come Calabria, Saelemaekers, Leao, Brahim Diaz, Tonali, Theo Hernandez; e poi calciatori d’esperienza come Ibrahimovic, Giroud, Florenzi. Un mix, un gruppo che ha acquisito autostima, sicurezza nei propri mezzi.
Sarà difficile, ma il Milan deve crederci. Il valore degli avversari è soltanto un fattore, poi parlerà il campo. Vedi l’Italia agli Europei, in pochissimi credevano all’impresa.