Ad anni di distanza dal suo addio al Milan, George Weah resta ancora uno dei calciatori più apprezzati nella storia del club rossonero. Merito anche di prodezze indimenticabili come il gol realizzato al Verona nel 1996
Otto settembre 1996, dopo gli Europei e la solita estate scandita dal calciomercato, un nuovo campionato comincia in una data insolita. Il Milan, campione d’Italia in carica, si presenta ai nastri di partenza con un nuovo allenatore in panchina, l’uruguaiano Tabarez subentrato a Capello. La campagna acquisti estiva porta in rossonero Reizeger, Davids e Dugarry. Tutti confermati in avanti con Baggio e Savicevic a supporto di Weah e Simone.
Alla prima giornata, il Milan ospita a San Siro il Verona di Gigi Cagni. Si gioca in una domenica assolata di fine estate con l’allora Tele+ che comincia a trasmettere le sfide di campionato in pay per view anche in orario diurno. E’ il Verona a sbloccare il vantaggio al 25′ con l’esperto De Vitis. Un gol che ammutolisce San Siro che deve attendere l’inizio della ripresa per esultare per il primo gol della stagione. A segnarlo Marco Simone, autore anche del raddoppio che porta il Milan avanti 2-1 al 66′.
E’ il preludio alla vittoria del Milan che sarà coronata all’86’ dal gol più bello di quell’annata, entrato di diritto nella storia del club rossonero. Un coast to coast indimenticabile. Protagonista, George Weah.
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Weah, la prodezza contro il Verona
E’ all’86’ minuto che nasce il gol di Weah. Manetti, subentrato a Binotto, batte un calcio d’angolo con una traiettoria a spiovere troppo lunga per gli attaccanti scaligeri. Weah, in ripiegamento difensivo, raccoglie palla con uno stop pregevole e si invola. L’attaccante liberiano è inarrestabile, supera metà campo. Un contrasto lo favorisce e lo lancia ulteriormente. Eugenio Corini è l’ultimo baluardo. Dribbling in velocità e ingresso in area. George è solo davanti a Gregori, conclusione in diagonale e palla in rete “nascosta” dal sole che si riflette sulla copertura di San Siro.
Un gol incredibile. San Siro è in estasi mentre Weah corre ad abbracciare una persona a bordo campo. Ottanta metri in 14 secondi. “La potenza di un uomo con la libertà di un bambino” così Robert Hughes ha descritto il gol di Weah sul New York Times. Sono passati 25 anni da allora e non ci si stanca mai di guardarlo. Che attaccante che era, George Weah…