La conferenza di presentazione di Olivier Giroud, uno degli ultimi acquisti del Milan in questa sessione estiva di mercato.
Ha già timbrato il cartellino in maglia rossonera, nell’amichevole di sabato a Nizza. Ma oggi viene ufficialmente presentato come nuovo calciatore del Milan: è il giorno di Olivier Giroud, nuovo attaccante rossonero arrivato dal Chelsea.
Classe 1986, Giroud è stato ingaggiato con un affare low-cost, firmando un contratto biennale. L’uomo ideale per rimpolpare l’attacco del Milan di Pioli. Un centravanti di sostanza ed esperienza che può sia alternarsi con Ibrahimovic, sia giocare in tandem con lo svedese.
Alle ore 14:00 in punto il Milan presenta ufficialmente Giroud, il quale risponderà alle domande ed alle curiosità dei cronisti presenti nella sala stampa di Milanello.
Leggi anche:
Giroud apre la conferenza parlando dei suoi idoli rossoneri: “Da giovane le mie squadre erano l’Arsenal e il Milan. Ho amato le grande leggende di questo club: mi piaceva Papin, Shevchenko (che è diventato mio caro amico), poi Van Basten. Ecco perché per me è un onore essere in questa squadra. Aver parlato con Maldini è come aver realizzato un altro sogno”.
Su quello che è pronto a portare al Milan: “La concentrazione è fondamentale. Vorrei dare il mio contributo ai giovani del Milan, essere il loro fratello maggiore. Sono qui per portare la mia esperienza, per far capire quanto sia importante il lavoro. No pain, no gain. Credo che le persone poi ti ricordino non solo come grande calciatore, ma anche come persona di sani principi. Io cerco di farlo ogni singolo giorno con la mia professionalità“.
Sul possibile tandem d’attacco con Ibrahimovic: “Per me è un onore essere al fianco di Ibrahimovic, con tutta la sua esperienza. Ma questa è una domanda da fare al mister, sarà lui a decidere. Io sono qui per portare esperienza, penso che siamo complementari indipendentemente da tattica e modulo. Giocare al fianco di Zlatan è facile: ho parlato con lui, gli ho chiesto dell’infortunio. Credo che potremmo essere una grande coppia d’attacco. Sarà l’allenatore a decidere ed è bello anche per lui optare fra due attaccanti con caratteristiche diverse“.
Ancora sulle differenza di caratteristiche con Ibrahimovic: “Io non sono l’allenatore, sarà lui a decidere l’aspetto tecnico e tattico. I grandi calciatori possono capirsi anche sul campo, io sono pronto ad adattarmi alle sue caratteristiche. Credo sia possibile giocare insieme, lui negli ultimi anni è più un 10, un playmaker. La questione non credo sia fra Ibrahimovic e Giroud: il Milan ha tanti grandi calciatori e tutti sono a disposizione del mister. Sono contento di tutti, non parliamo solo di noi due ma di tutta la squadra. Non vedo l’ora che Ibra rientri così da allenarsi insieme“.
Su quali sono i suoi obiettivi al Milan: “Ho vinto tanti trofei e vorrei fare lo stesso anche al Milan. L’obiettivo è proprio di vincere tanto. Ho un obiettivo per me stesso, sì, ma non ve lo dico, sarebbe una pressione anche per me. Cercherò di realizzare più reti possibili. Vorrei ottenere il massimo per il club“.
Sulla scelta di lasciare il Chelsea a 35 anni per iniziare un’avventura completamente diversa: “Era un mio sogno giocare in Premier League, ma il tempo al Chelsea era finito ed era arrivato il momento di andare in un altro campionato, un’altra cultura. Ecco perché sono venuto qui, con determinazione. Spero di vincere tanti trofei. Era il momento di andarmene dal Chelsea. Ho ricevuto un accoglienza calorosa da Maldini. Io sono cristiano, credo in Dio; lui ha voluto che io firmassi per il Milan, è grazie al suo intervento divino“.
Sulle ambizioni in Italia e in Europa con il Milan: “Il Milan è fra i migliori club al mondo in assoluto. Credo nel progetto rossonero, ha tanti giovani ma anche giocatori esperti che possono dare una mano. Ritengo che possiamo disputare un’ottima Champions, faremo in modo di dare un maggior contribuito ai ragazzi. Affronteremo la competizione con determinazione, sono orgoglioso di poterla giocare con il Milan. Darò il massimo e proverò a tirar fuori il massimo anche dai miei compagni. Proprio come Ibrahimovic, che è molto esigente con se stesso e anche con gli altri. Bisogna uscire dalla zona di comfort e ottenere qualcosa in più. Sono esigente perché è così che si ottengono risultati nello sport”.
Sulla scelta di prendere la numero 9: “Non sono superstizioso, non credo che il numero di maglia condizioni le mie prestazione. Posso gestire il numero 9 senza pensare alla maledizione. So che è una maglia pesante, e questo lo terrò sempre a mente, ma non sarà motivo di tensione o di pressione. Farò del mio meglio per far sì che i tifosi siano orgogliosi del loro numero 9. Ziyech? Un grande giocatore, ha grandi capacità tecniche ed esperienza, e più giocatori di questo livello sono nel Milan è meglio per tutti noi, ecco perché sarò felice se potrò giocare anche con lui qui“.
La risposta a chi dice che è troppo avanti con l’età: “Sono qui con umiltà, mi hanno ingaggiato con fiducia ma non sono preoccupato del mio “caso”, di ciò che riguarda con me stesso. Io penso al bene della squadra. Sarri? Non ho avuto modo di parlarci. Abbiamo condiviso un anno di successo, è stata una soddisfazione anche per me vincere l’Europa League e quell’anno ho giocato tantissimo e sono stato top scorer. Ho letto i suoi commenti, lo ringrazio, ma ora c’è Pioli e spero di fare grandi cose anche con lui. Il fatto che a breve compirò 35 anni per me non conta nulla, pensate a Ibrahimovic… E’ solo questione di testa, perché questo ti spinge lontano. Io credo di poter ancora giocare bene in Europa, ciò che posso assicurarvi è che non c’è rancore né altro: si può fare ancora molto alla mia età“.