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Ganso, da obiettivo del Milan a incompiuto: che fine ha fatto il brasiliano

Ripercorriamo la carriera di Ganso, trequartista che in passato è stato nel mirino del Milan e non solo. Un talento che non è esploso davvero.

Paulo Henrique Ganso con la maglia del Siviglia (©Getty Images)

Nella storia del calcio sono tanti i casi di calciatori che da giovani promettono molto bene e che sembrano destinati a una carriera luminosa, ma che poi non riescono a emergere quanto ci si aspettava. Tra questi figura sicuramente Paulo Henrique Chagas de Lima, famoso semplicemente come Ganso.

Il trequartista brasiliano una decina di anni fa era ritenuto uno dei talenti più interessanti del Sud America, molti club importanti lo avevano messo nel mirino. Anche il Milan, che aveva intavolato delle trattative per cercare di portarlo in Italia e non ci era riuscito. Visto come si è sviluppato il suo percorso calcistico, non c’è assolutamente nessun rimpianto da parte dei rossoneri.

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Ganso, la carriera al Santos e la Copa Libertadores vinta con Neymar

Paulo Henrique Ganso ai tempi del Santos (©Getty Images)

Paulo Henrique nasce il 12 ottobre 1989 ad Ananindeua, comune nello stato del Parà in Brasile. La sua famiglia è benestante, il padre lavorava per una compagnia petrolifera e lo avrebbe mandato a studiare all’università se non avesse funzionato con il calcio. Era più la madre a spingerlo a giocare e lui ha iniziato a calciare la palla nel suo cortile, dando non poco fastidio ai vicini a volte. Si è formato nelle squadre Tuna Luso e Paysandu, poi nel 2005 ricevette la chiamata del Santos e accettò. Lì un magazziniere gli diede il soprannome Ganso, ovvero Oca, prospettando che alla fine avrebbe lasciato il calcio per dedicarsi ad altro. Non è andata così.

Dopo aver fatto ottime cose nel settore giovanile, è nel 2008 che passa in Prima Squadra. La prima stagione con i grandi del Peixe, va decisamente meglio la seconda: 46 presenze e 10 gol. Viene votato miglior giovane del campionato. Nel 2010 vince il campionato Paulista che la Coppa del Brasile ed esordisce nella nazionale maggiore brasiliana, ma la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro gli fa perdere buona parte dell’anno. Ritorna nel 2011, indossando la maglia numero 10. Vince un altro campionato Paulista e soprattutto la Copa Libertadores, che al Santos mancava da ben 48 anni, dall’era Pelè.

Nella squadra allenata da Muricy Ramalho c’è anche un certo Neymar, l’autentica stella della formazione. In organico ci sono pure conoscenze del calcio italiano come Danilo, Alex Sandro e Ze Eduardo. Ganso è il trequartista abile a trovare negli spazi i compagni. È dotato di tecnica sopraffina e notevole visione di gioco, difficile togliergli il pallone dai piedi. Anche se qualcuno lo paragona a Kakà, in realtà lui non ha assolutamente la velocità dell’ex fenomeno del Milan. Proprio per il fatto di un avere un passo particolarmente rapido, ci sono dei dubbi su un eventuale trasferimento in Europa. Anche se non è veloce di gamba, lo è comunque di testa e su questo punta il giocatore.

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Niente Milan, va al San Paolo e poi al Siviglia

Ganso e Kakà al San Paolo nel 2014 (©Getty Images)

In Europa ci sono tante squadre a sognare Ganso. Il Milan è ci prova, ma anche Inter, Real Madrid e PSG si fanno avanti. Il Santos resiste alle offerte, perché vuole tenere il fantasista almeno fino al Mondiale per Club. Inoltre, l’operazione non è semplice perché il cartellino appartiene per il 45% al club, per un altro 45% alla società DIS e per il 10% al giocatore stesso. Nel contratto c’è una clausola di risoluzione da circa 54 milioni di euro e il Peixe chiede un prezzo simile per la  cessione.

Il trequartista classe 1989 rimane ancora in patria e vince la Recopa Sudamericana. Nell’estate 2012 il Milan e altre squadre europee tornano alla carica, ma a sorpresa Ganso si trasferisce dai rivali del San Paolo. Il Tricolor paulista esercita la clausola da 9 milioni prevista per i trasferimenti in un’altra squadra brasiliana e acquisisce così il 45% del cartellino che apparteneva al Santos. Firma un quinquennale e veste la maglia numero 8. Diventa il sostituto di Lucas Moura, che dal gennaio 2013 passa al PSG, e con il quale prima vince la Copa Sudamericana.

Nel 2014 per sei mesi ha come compagno di squadra l’idolo Kakà, fresco di addio al Milan dopo il ritorno durato una sola stagione e rientrato in prestito al San Paolo in seguito alla firma con l’Orlando City. La vicinanza del Pallone d’Oro 2007 lo aiuta molto e nell’estate 2016 finalmente approda in Europa. Il Siviglia investe 10 milioni e se lo assicura. La prima stagione in Spagna è costellata da problemi fisici e la conclude con 3 gol e 3 assist in 16 presenze. Anche nella seconda ha guai di natura fisica, mette insieme 4 gol e 3 assist in 11 presenze.

Prestito all’Amiens e ritorno in Brasile

Ganso nel Fluminense (©Getty Images)

Il Siviglia non crede più in Ganso, che tra infortuni e ritmi blandi non riesce a emergere nel calcio europeo. Nell’estate 2018 lo offre anche al Milan in una trattativa per Nikola Kalinic che non decollerà mai. Il club andaluso allora lo manda in prestito in Francia, all’Amiens. L’esperienza dura pochi mesi, con solo 13 presenze e 3 assist tra Ligue 1 e Coupe de la Ligue. A gennaio 2019 fa ritorno a titolo gratuito in Brasile, ad accoglierlo è al Fluminense. Firma un contratto fino a giugno 2023.

Oggi il trequartista ex Santos e San Paolo ha 31 anni (32 a ottobre) e milita ancora nella squadra di Porto Alegre. Non è diventato il giocatore che tutti immaginavano sarebbe diventato quando Milan, Inter, Real Madrid e PSG lo corteggiavano e lui brillava assieme a Neymar. Il meglio di sé lo ha dato in patria, senza riuscire a mettersi in evidenza quando è approdato in Europa. I guai fisici e caratteristiche forse poco adatte al calcio europeo lo hanno ostacolato.

Anche se non è diventato il campione che sognava, Ganso può comunque ritenersi orgoglioso di rientrare tra coloro che sono riusciti a vestire la maglia della nazionale maggiore del Brasile: 8 presenze totali. Ha partecipato alla Copa America 2011 (4 presenze) e 2016 (senza giocare). Ha fatto parte anche della selezione brasiliana che ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi 2012. Le sue apparizioni non sono rimaste impresse nella mente dei tifosi, ma questa è un’altra storia…

Scritto da
Matteo B.