Intervista ad Alessandro Nesta, vecchia bandiera del Milan che oggi sta provando la carriera da allenatore.
Il magazine Sportweek ha intervistato in esclusiva uno degli eroi del Milan di qualche anno fa. Alessandro Nesta è stato uno dei migliori difensori del calcio italiano, vera e propria bandiera rossonera. L’ex stopper ha indossato la maglia numero 13 del Milan dal 2002 al 2012, vincendo praticamente tutto.
Oggi Nesta sta provando la carriera da allenatore. Non facile, visti i risultati altalenanti nelle avventure in B sulle panchine di Perugia e Frosinone. Ma il suo modello resta Carlo Ancelotti, il tecnico con cui ai tempi del Milan è rimasto maggiormente legato.
Non a caso Nesta ha ammesso che Carletto è fonte d’ispirazione anche oggi: “Tatticamente Zeman è stato un rivoluzionario. Ma Ancelotti è come un secondo padre, un allenatore che ti fa vivere bene anche se pretende molto. Per lui avrei fatto di tutto. E’ uno che non abbandona i giocatori, anche se giocano male. Berlusconi e Galliani erano gente abituata a vincere, che sicuramente premeva sul mister. Eppure lui arrivava al campo col sorriso”.
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Nesta non biasima Donnarumma: “Il PSG oggi è il top”
Impossibile non parlare di Milan per Nesta, che commenta così l’ultima stagione rossonera ed il ritorno in Champions League dopo molti anni: “Devo dire che il Milan ha fatto un’impresa, un grande lavoro da parte di tutti. Dopo Berlusconi il Milan ha cambiato due volte proprietà e dirigenza: vuol dire ripartire quasi da zero, con i giocatori presi da altri ma che devi tenere perché hanno contratti di 3-4 anni”.
Un giudizio anche sull’addio di Gigio Donnarumma, che ha lasciato la sua ‘casa’ a parametro zero: “C’è differenza rispetto ai miei tempi. Quando io arrivai al Milan era una squadra top, non c’era di meglio in giro. Oggi non è ancora tornata nell’élite, al top vi sono squadre come Manchester City e Psg. Se Donnarumma decide di andare in una delle due io non mi permetto di giudicare. Ha fatto male? Sono cose sue, vedrà lui. Piuttosto servono regole nuove per disciplinare i trasferimenti: salary cap e paletti alle commissioni dei procuratori”.