Aurelio De Laurentiis dice la sua sulla Superlega. Per il numero uno del Napoli si tratta di un’idea sbagliata ma servirebbe comunque una nuova competizione
Continua a far discutere la Superlega. A tornare sull’argomento è stato Aurelio De Laurentiis, numero uno del Napoli, ospite a Passe-partout Festival: “Ho sempre detto ad Agnelli che stava sbagliando, perché loro volevano diventare gli attori principali del sistema, quando invece bisogna democraticamente lasciare la porta aperta a tutti – riporta Sportmediaset.it -. Lui, Perez e gli altri hanno sbagliato, ma non nel dichiarare che il calcio sta fallendo per colpa delle istituzioni. Serve una competizione non gestita dalla Uefa”.
Leggi anche:
- Acerbi a Kjaer: “Complimenti! Tutti dovrebbero prendere esempio”
- Milan-Giroud, sì del francese: incontro per la fumata bianca!
Nuova competizione
“Che interesse ha un Real Madrid, una Juve, un Napoli a fare la Champions indebitandosi per poter fatturare 70-80-90-100 milioni in più se se ne ha spesi 200-300? Non quadra – prosegue De Laurentiis -. Dobbiamo stabilire un’altra competizione togliendola alla Uefa, tenendo la Uefa come segretariato generale, dando noi a loro un tot % sulle revenues e non facendoci pagare noi dalla Uefa. Io adesso ho 18 calciatori del Napoli in giro per i campionati europei: se qualcuno si rompe e non mi torna sano per sei mesi, chi mi ripiana quei 100 o 50 milioni? La Uefa? No, e io perché ho dovuto prestare il mio calciatore? Per prendere degli spiccioli? Tu fatturi 3 miliardi e mezzo in 15 giorni? Allora ti devi sedere a tavolino e dobbiamo rivedere la situazione”.
Il focus di De Laurentiis si sposta poi sul calcio ‘italiano: “Gravina è una persona rispettabilissima, ha annunciato grandi cambiamenti, ma come mai sono due anni e mezzo che è lì e non ha fatto abolire la legge 91? Perché non ha fatto abolire la legge Bossi-Fini sulla libera circolazione degli extracomunitari che costerebbero di meno e agevolerebbero le squadre meno importanti? Perché non ha dato un calcio alla legge Melandri? Il calcio cambia, va modificato di anno in anno, è questo che non si vuol capire…”