L’ex rossonero Alexander Pato è stato ospite sul canale ufficiale Twitch del Milan. Tanti i temi trattati dall’attaccante brasiliano
Una grande emozione rivedere e risentire Alexander Pato parlare di Milan. L’attaccante brasiliano è stato intervistato sul canale Twitch ufficiale del club rossonero da Mauro Suma e Luca Serafini. Pato ha ricordato la sua intensa esperienza al Milan, ricca di successi e tante soddisfazioni.
Di seguiti i temi trattati e le risposte di Alexander:
Sulla sua esperienza al Milan: “Per me il Milan è stato come una casa. Mi è piaciuto tanto stare al Milan, la sentivo come una famiglia. Ma ho sentito un momento in cui sono capitate tante cose ed è finita lì. Il Milan sarà sempre nel mio cuore e rispetto tanti i tifosi”.
Sul Milan di oggi e il lavoro di Maldini: “È un Milan che i milanisti possono sognare. Non è facile quando non puoi competere con club che spendono cifre assurde. Il Milan sta facendo di tutto per arrivare. Maldini sta facendo un grandissimo lavoro. Vedo che i tifosi adesso credono di più nel Milan oggi, come tempo fa. La squadra può fare bene e potrà fare bene ogni anno di più. Con il passare del tempo sono sicuro che il Milan tornerà a vincere”.
Su Leao e cosa deve fare per crescere: ”Leao è un giocatore molto importante, buono, bravo. Ma il calcio non è solo quello: allenarsi e tornare a casa, giocare ai videogames. Per diventare forte devi lavorare sodo, imparare, studiare, guardare le partite. Lui può fare di più, ha tanto potenziale. Devi essere più interessato, sia sul campo ma anche fuori. Deve capire bene dove si trova, perchè il Milan è una maglia importante in tutto il mondo, pesante. Sono sicuro che Leao farà molto bene”.
Sul suo primo giorno a Milanello: “Prima di arrivare a Milanello ho fatto un test per la vista. Arrivato a Milanello non vedevo bene per un episodio durante la visita (ride ndr). Il primo giorno è stato comunque bellissimo. C’era tanto rispetto. Quando incontri un giocatore che ha fatto la storia e che ti ammira è fantastico. Durante il pranzo Ancelotti mi ha presentato e ha chiesto alla squadra di alzarsi. Non c’era bisogno ma da lì capisci l’umiltà di un club e il rispetto. In quel Milan tutti giocavano per tutti, non esisteva presunzione o invidia”.