Paolo Condò è intervenuto in esclusiva a Milanlive su diversi temi, tra mercato, la crisi economica e le nuove ambizioni dei rossoneri: “Se ti chiami Milan devi puntare in alto”
Il Milan è una delle squadre più attive sul mercato, e grazie alla politica sui giovani sta provando a sopperire alla tanto temuta crisi economica che ha colpito il calcio mondiale negli ultimi anni. Un modello, quello portato avanti da Ivan Gazidis e dal club, assolutamente da seguire secondo Paolo Condò. Il noto giornalista ha parlato di “soft power” come piaga che da molti anni a questa parte affligge il mondo del pallone, e delle ambizioni future del Milan. “Penso che il Milan ora che è tornato in Champions League dovrebbe diventare una presenza fissa, ed è chiaro che se ti chiami Milan devi lottare per lo scudetto”.
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Paolo Condò: “A Ibra affiancherei un giovane”
Non ha dubbi Paolo Condò sulla questione attaccante. L’ex firma di punta della Gazzetta dello Sport vedrebbe bene uno tra Scamacca e Vlhaovic accanto a Ibrahimovic, con lo svedese nel ruolo di “mentore”. “Approfitterei della presenza di Ibra per istruire un giovane […] punterei ancora su Leao”.
Il campionato è finito, il Milan ha raggiunto il suo obiettivo. Mi da un voto alla stagione dei rossoneri?
Otto, è stata un’ottima stagione. Io all’inizio avevo pronosticato il quarto posto, perché mi sembrava che le cose si stavano facendo bene dalla stagione precedente, un periodo breve ma intenso in cui il Milan era stata la squadra migliore dopo il lockdown. Per tutti il girone d’andata ha avuto un’inerzia che l’ha portata a correre, poi nel girone di ritorno è stato più complicato. Alla fine il secondo posto e un’eliminazione sul filo del rasoio contro il Manchester United, non contro una squadra scarsa, porta a un giudizio molto positivo.
Maldini ha detto che il secondo posto del Milan è un punto di inizio. Dove può arrivare questa società?
Se ti chiami Milan non è molto in discussione dove vuoi arrivare. Hai una storia enorme alle tue spalle che preme perché tu possa risorgere dopo un periodo, molto lungo, di assenza dai vertici. Quando hai un tale bacino di tifosi, puoi sbagliare un anno, due anni, tre anni, ma poi sarà questo bacino di tifosi a riportati su. E’ curioso che il Milan sia tornato su in pandemia, quando la possibilità di incassi da stadio che dovrebbero essere una sua forza non c’era. Penso che il Milan ora che è tornato in Champions League dovrebbe diventare una presenza fissa, ed è chiaro che il Milan lo dobbiamo rivedere lottare per lo scudetto.
La Rosa del Milan è giovane, quanto dipenderà dal mercato per rimanere competitivi l’anno prossimo? Si parla molto di Giroud.
Io ho sempre pensato che nel momento in cui tu rinnovi il contratto di Ibrahimovic, giocatore fortissimo ma anziano, che la squadra avesse bisogno di un altro attaccante ma giovane. Anche perché Ibrahimovic è un attaccante in grado di insegnare a un giovane di talento, la malizia di un campione. Io rinnovo il contratto a Ibra, non solo per quello che mi può dare in campo, ma anche per quello che mi può dare come mentore. Io sto pensando a Vlahovic, a Scamacca, ad attaccanti giovani che hanno già fatto vedere il loro talento. Sono costosi, ma approfitterei della presenza di Ibra per istruire un giovane, non per mettergli accanto un giocatore, sicuramente forte come Giroud, ma che fra due anni avrai lo stesso problema.
Quindi lei punterebbe ancora su Leao come giovane da istruire?
Si, forse non come titolare, ma Leao ha grossi numeri. Lui è probabilmente quello che ha seguito più il percorso della squadra. Ha fatto un buon girone d’andata, ha fatto gol anche complicati e bellissimi. Appena la squadra ha cominciato a scendere di rendimento Leao è sceso. E questo ti dice della sua giovane età, però ha talento e io non me ne separerei.
Forse criticato troppo in fretta.
Assolutamente. Teniamo presente che noi veniamo da un campionato lungo due anni. Adesso dopo gli europei ci sarà un’estate vera anche per il mondo del calcio e quindi la stagione abbia nuovamente i suoi ritmi regolari. Dentro questi ritmi io sono convinto che possa fare bene. Noi possiamo giudicare solo quello che vediamo, possiamo dare un giudizio tecnico. Poi magari ci sono delle questioni caratteriali che noi non conosciamo che rallentano o accelerano l’esplosione del talento.
Come valuta la decisione di Donnarumma?
Ci sono due piani di discussione. Io in genere penso che quando un campione nasce nel settore giovanile di una grande, ci sono ottime possibilità che sia un giocatore destinato a vestire quella maglia per tutta la carriera. Quando un giocatore nasce in una società ambiziosa, come Maldini, Bergomi, o campioni arrivati da giovani come Del Piero e poi rimasti per tutta la carriera, si pensa che possa diventare una bandiera. E’ chiaro che Donnarumma è libero di prendere le sue decisioni, ma la mia sensazione è quella che non sia una sua decisione, ma sia una decisione del suo procuratore. Mi aspettavo un po’ più di personalità da parte di Donnarumma. Anche il club ha sbagliato, perchè un giocatore di quel livello non può essere portato a scadenza. Se a un anno dalla scadenza non vuole rinnovare, devi trovare il modo di venderlo. Io sono rimasto colpito dalle dichiarazioni di Ibrahimovic, il quale ha affermato che Donnarumma ha sbagliato, doveva restare al Milan e diventare una bandiera. Ibra è un pensatore indipendente, a differenza di Donnarumma.
La crisi economica nel calcio comincia veramente a causa della pandemia, o inizia prima?
Inizia molto prima naturalmente, e il covid l’ha fatta esplodere.
La fermo e aggiungo che in questo momento ci sono infatti diverse squadre che stanno abbassando il monte ingaggi, provando a puntare sui giovani, sembra si stiano allineando al modello Milan. E’ questa la strada giusta?
La crisi comincia quando ci sono delle proprietà come quella del Manchester City, del Chelsea e del PSG che entrano dentro e non hanno vincoli di spesa. Loro entrano per altri motivi nel mondo del calcio, perchè vogliono rendersi presentabili agli occhi del mondo. Tutto quello che spendono nel mondo del calcio, tre di queste quattro erano in semifinale di Champions, rientrano nelle loro tasche sotto un’altra forma, è quello che si chiama soft power. Il Fairplay finanziario ha fallito, il problema è che ci sono dei club che hanno creato dei buchi di bilancio enorme. Va benissimo che adesso i club abbassino i tetti e puntino sui giovani, ma ci deve essere una certezza che anche gli altri Club citati prima facciano la stessa cosa. Se tu dici a Donnarumma “Non ti posso dare 12 milioni – una cifra fuorimercato – te ne do 8”, ma poi arriva il PSG, allora non va bene. Il buco continuerà ad allargarsi.
A proposito di giovani, il Milan è vicino al riscatto di Tomori e a ricevere lo sconto per Tonali.
Con uno sconto li riscatterei entrambi. Diciamo che Tomori ha fatto di più di Tonali, e il valore di 28 milioni non è molto distante dalla realtà. Tonali proverei a contrattare, gli darei sicuramente una seconda possibilità.
Ci sono già stati tanti cambiamenti in Serie A, soprattutto sulle panchine. Inoltre con L’Europeo ci sarà un’altra estate corta.
Secondo me quest’anno il mercato sarà molto limitato, per i discorsi che abbiamo trattato poc’anzi. Il mercato dovrà essere una cosa limitata, altrimenti non ha senso parlare di crisi. Se fossi nel Milan io andrei a investire tutto in un attaccante da affiancare a Ibrahimovic. Abbiamo parlato di Vlahovic, a me piace molto Scamacca. Se al Milan della scorsa stagione aggiungo uno dei due, secondo me il Milan senza perdere nessuno può fare bene, inoltre io darei una chance a Pobega. Darei anche un’occhiata a Pessina e se Calhanoglu non dovesse rinnovare lo sostituirei, ma punterei su questi nomi.
Venerdì inizia l’Europeo, come vede gli azzurri di Mancini?
Gli azzurri li vedi nei primi quattro. La Francia nettamente Favorita, poi Portogallo e Inghilterra e subito dopo Spagna, Italia, Belgio e Germania. E’ una squadra che se riesce a fare un paio di colpi in determinate partite non ha limiti.