Tanti Auguri ad Andriy Shevchenko. L’attaccante ucraino compie 45 anni. Numerosi i messaggi di auguri sui social dei tifosi rossoneri e non solo che ne ricordano le gesta e i gol. Uno, in particolare, resterà indimenticabile
Tanti Auguri Sheva. Il 29 settembre è una data importante per il Milan con una doppia ricorrenza da ricordare ovvero il compleanno dell’attaccante ucraino e di Silvio Berlusconi, un binomio che ha fatto la storia del club rossonero scandita da vittorie e trionfi per 30 anni.
Di alcuni di quei trionfi, Shevchenko che oggi compie 45 anni, è stato protagonista assoluto. Dal 1999 al 2006 cui deve aggiungersi la poco soddisfacente stagione del ritorno dal Chelsea nel 2008, l’attaccante ucraino ha totalizzato 322 presenze con 175 gol in tutte le competizioni che hanno contribuito a regalare al Milan tutto quello che c’era da vincere ovvero 1 Champions League, 1 Scudetto, 1 Supercoppa Europea, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Italia. Non sono mancate le delusioni negli anni in rossonero. Su tutte la finale di Istanbul persa con il Liverpool. Un rimpianto enorme per Sheva che, in quell’occasione, ha sbagliato il rigore che ha regalato l’insperato trionfo ai Reds.
Già proprio un rigore. Se si domanda a un tifoso rossonero (e non solo) quale dei tanti gol segnati da Shevchenko ricorda maggiormente, la risposta sarà (quasi) sempre una sola: il mitico rigore segnato a Buffon nella finale di Champions vinta con la Juve a Manchester. Un gol che ha riportato il Milan sul trono d’Europa dopo 9 anni.
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Del rigore più importante della sua carriera e della storia del Milan, Shevchenko ha parlato tante volte, l’ultima in “Forza Gentile”, il libro biografico scritto da Andryi con il giornalista di Sky, Alessandro Alciato.
Sheva si presenta sul dischetto come ultimo rigorista. Dopo il gol di Serginho, gli errori di Kaladze e Seedorf e il penalty di Nesta solo sfiorato da Buffon, tocca all’ucraino decidere le sorti della Finale. Nella lenta camminata dalla metà campo alla porta in cui lo attendeva l’appuntamento con la storia, Sheva rivela di aver ripetuto a se stesso una frase: “Andryi, qualsiasi cosa succeda, una volta che hai deciso da che parte calciare, non cambiare idea”
Poi lo sguardo rivolto più volte all’arbitro Merk: “L’ho guardato, poi ho guardato Buffon, poi ancora l’arbitro e di nuovo Buffon. Per quattro volte fino a quando l’arbitro mi ha fatto un cenno. Puoi tirare Shevchenko..”
Parole da brivido quelle di Sheva: “Stai calmo Andriy mi sono detto. Ho passato la lingua sul labbro inferiore. Era secco. La rincorsa, il tiro. Buffon si è mosso verso destra. Gol, 3-2. Milan campione d’Europa. Il primo abbraccio l’ho riservato a Dida, semplicemente perché è stato il primo che ho incontrato in quella folle corsa senza meta. Poi sono andato a cercare una bandiera dell’Ucraina. Paolo Maldini che alza la Coppa è un tatuaggio indelebile, un angolo prezioso di memoria, incancellabile. Quando l’ha passata a me, ho capito che era tutto vero…”
Diciotto anni dopo, le emozioni sono sempre le stesse. Grazie Sheva …