L’analisi tattica della vittoria milanista di ieri sul campo della Juventus. Grande impresa per Stefano Pioli a livello emozionale.
Non c’è stata partita. Chi si aspettava una gara combattuta, tesa e incerta fino all’ultimo, non ha calcolato l’effetto orgoglio in casa Milan. Una delle migliori prestazioni rossonere della stagione riportano al secondo posto la squadra di Stefano Pioli.
Un secco 3-0 in casa della Juventus che coincide con l’allungo forse decisivo in zona Champions League. Il Milan vincendo allontana i bianconeri e raggiunge l’Atalanta al secondo posto. La classifica torna a sorridere, così come il valore degli scontri diretti a favore.
Il gran merito del successo è di tutto il Milan, concentrato e mai distratto, il quale ha preparato molto bene in settimana la sfida, come fosse una finalissima. Ma va dato atto a mister Pioli di aver azzeccato tutte le mosse, sia a livello tattico che di formazione.
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L’atteggiamento è stata la prima arma in favore del Milan. Fin dai primi minuti i rossoneri sono apparsi molto corti in campo ed aggressivi in fase di non possesso palla. Difesa più alta del solito dominata da un Simon Kjaer sempre più leader, affiancato da Tomori, anche lui una certezza.
La mossa a sorpresa a livello tattico ha avvantaggiato Pioli, ovvero la scelta di Brahim Diaz come trequartista centrale. Lo spagnolo non solo è risultato decisivo in zona gol, con la rete del vantaggio ed il rigore procurato, ma ha dato una grossa mano in entrambe le fasi.
Pioli ha chiesto a Diaz di spingersi oltre la trequarti e pressare i portatori di palla juventini, limitando le giocate dalle retrovie. Non ha mai lasciato solo Ibrahimovic e ha sfruttato la sua rapidità di gambe per un ottimo lavoro di raccordo tra centrocampo e attacco.
Intelligentemente Pioli lo ha sostituito nella ripresa con Rade Krunic, nel momento in cui il Milan aveva il bisogno di rifiatare ed abbassare il baricentro. Buono anche il contributo del bosniaco nel dare fastidio ai mediani juventini. Dunque la pressione alta e continua ha fatto la differenza.
Non è un caso se Morata, Chiesa e Ronaldo sono apparsi insofferenti ed impalpabili. Demerito loro e del gioco carente di Andrea Pirlo. Ma mister Pioli ha dato una lezione di calcio tutt’altro che difensivista. Il Milan l’ha vinta con il coraggio delle scelte e con la modernità del proprio gioco.