Alexsander Ceferin, presidente della UEFA, annuncia conseguenze per i club della Superlega e svela un retroscena riguardante Zvone Boban.
L’iniziativa dei club fondatori della Superlega ha fatto arrabbiare molti, a partire dalla UEFA. Il presidente Alexsander Ceferin si è espresso duramente nei loro confronti in questi giorni.
In un’intervista concessa a 24ur è tornato a tuonare sull’argomento: «Non c’è mai stata una Superlega, ma solo il tentativo di fare un campionato di ricchi che ignoravano qualsiasi sistema. Senza tenere conto della piramide del calcio, della tradizione, della cultura e della storia. Ai miei delegati ho detto che nel giro di 24 ore questa lega non ci sarebbe stata più».
Ceferin ha aggiunto che i tifosi non sarebbero stati centrali nel progetto della Super League, competizione che ritiene fuori dai valori del calcio: «I tifosi hanno messo in scena una vera rivoluzione. Non credo che la Superlega fosse nell’interesse dei fan e del calcio. Veniva creato una sorta di cartello che impediva ai club di competere. Penso che violasse i principi della concorrenza e, se sarà necessario, cercheremo una soluzione legale».
Il presidente della UEFA spiega alcuni retroscena avvenuti prima del comunicato ufficiale di domenica notte sulla nascita della Super League: «Sabato ho ricevuto le chiamate di cinque dei dodici club della Superlega e si sono scusati con me, dicendo che erano dispiaciuti e che avevano dovuto firmare per non restare fuori. Ho chiamato Agnelli ha negato. Gli ho detto di fare un comunicato stampa per smentire tutto, era d’accordo e mi ha detto di mandargli una bozza. Non gli è piaciuta e mi ha comunicato che mi avrebbe ricontattato dopo averla cambiata, ma non mi ha chiamato e ha spento il telefono. Mi ha contattato l’ultimo dei club che ha firmato dicendomi che aveva dovuto farlo e gli ho detto che sarebbe iniziata una guerra, che saremmo stati nemici. ».
Cefefin cita anche Zvonimir Boban, entrato proprio nella UEFA di recente dopo l’esperienza breve da dirigente del Milan: «Boban mi ha detto che aveva firmato per il Milan perché voleva vincere la Champions League. Non avrebbe firmato se fosse stata istituita una lega che avrebbe soddisfatto solamente un certo numero di ricchi. Incredibile quanto l’avidità possa essere forte da non farti interessare allo sport che amiamo, alla cultura, alla tradizione, ai tifosi e alle amicizie personali».
Il numero 1 della UEFA critica anche Florentino Perez, che lo ha attaccato: «Lui vorrebbe un presidente che gli obbedisca, che lo ascolti e faccia ciò che vuole lui. Io penso al bene del calcio europeo e mondiale».
Ceferin ammette che non sarà semplice sistemare le cose dopo lo strappo dei dodici club, nonostante la maggior parte abbia fatto retromarcia: «Ora tutti vogliono il dialogo, e non sto dicendo che non parleremo. Ma penso che dovremo valutare qual è la situazione e valutare. Se un club vuole giocare nella nostra competizione, dovrà venire da noi e dovremo sistemare le cose ora. Ma non voglio entrare nei dettagli, perché ne stiamo ancora parlando con il team legale».
Il Barcellona è il club che lo ha deluso meno e spiega la ragione: «In una certa misura sono stato deluso da tutti, ma devo dire che forse il Barcellona mi ha deluso di meno. Laporta è stato eletto poco tempo fa e gli ho parlato due o tre volte. Era sotto forte pressione a causa della situazione finanziaria in cui si trova la squadra di calcio. L’ha ereditata, non è colpa sua».
Infine il presidente della UEFA dice apertamente che delle conseguenze ci saranno dopo questa vicenda: «Le porte dell’Uefa sono aperte, ma allo stesso tempo tutti dovranno subire le conseguenze per le loro azioni. Naturalmente, non avrò mai più una relazione personale con certe persone, che pensavo mi fossero vicine e hanno mentito. Ho imparato che il denaro non è tutto. I soldi non possono comprare tutto»