Spunta una vecchia intervista di Sivio Berlusconi quando era da poco presidente del Milan. Un auspicio simile all’attuale Superlega.
L’idea della costituzione della Superlega non è nata dal giorno alla notte, così all’improvviso. I top club europei stavano valutando di formare una nuova lega, con tanto di torneo annesso autonomo e distaccato dalla UEFA, già da diversi anni.
Lo conferma il fatto che il sito web ufficiale thesuperleague.it ha un dominio registrato già nel 2008, dunque più di un decennio fa. Un progetto dunque che era in cantiere da tempo e che forse, dopo la pandemia da Covid-19, ha visto accelerare i tempi per l’effettiva creazione.
Ma c’è chi aveva anticipato il tutto molti anni prima, con una proposta passata all’epoca inosservata. Ovvero Silvio Berlusconi: l’ex presidente del Milan rilasciò delle dichiarazioni che, lette dopo 33 anni esatti, sembrano clamorosamente veritiere. Un incredibile presagio da parte di un manager che ha sempre avuto il merito di guardare avanti.
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L’intervista risale esattamente al 17 maggio 1988. Berlusconi era divenuto presidente del Milan da pochissimi anni e stava per assaporare la vittoria del suo primo Scudetto come patron. E di conseguenza anche la partecipazione alla successiva Coppa dei Campioni.
Berlusconi, interpellato dal Corriere della Sera e dal cronista Alberto Costa, parlò delle coppe europee già all’epoca come di competizioni non così affascinanti, anzi, poco attraenti anche a livello finanziario. Il giornalista Giuseppe Pastore ha riportato a galla su Twitter le seguenti dichiarazioni.
Questo il pensiero di 33 anni fa del Cavaliere: “Nelle coppe europee prevale l’imponderabile. Dobbiamo trasformarle in un campionato continentale, con certezze gestionali ed economiche per le società. Andremmo a giocare sempre a Madrid, Barcellona e Lisbona, non in qualche paesino sperduto di provincia”.
Previsioni davvero incredibili anche sulla formula della futura Superlega: “Le formazioni di un certo livello, capaci di contare su vasto pubblico e incassi conseguenti, devono poter competere tra di loro. Poi eventualmente si può studiare una formula basata sui playoff. Anche la Serie A a 18 squadre va contro gli interessi del calcio. Con che spirito una provinciale può venire a giocare a San Siro? Al massimo per tenere lo 0-0″.
Stessi discorsi, stesse ipotesi che si fanno oggigiorno. La conferma che Berlusconi è sempre stato un visionario in materia di finanza e programmazione. Ma anche che i maggiori imprenditori del calcio hanno sempre pensato di creare qualcosa di autonomo per preservare spettacolo e incassi.