In merito alla nascita della Super League, si è espresso Pep Guardiola, allenatore del Manchester City (club fondatore)
La nascita della nuova competizione europea, la Super League, ha sollevato un polverone clamoroso. In merito alla questione si sono espressi tantissimi personaggi dello sport, e non: dirigenti, allenatori, calciatori ed anche autorità politiche.
I pareri, com’è giusto che sia, sono diversi. È chiaro, però, che c’è una maggiore tendenza alla critica. La maggior parte di coloro che si sono espressi hanno duramente contestato la nuova competizione. Sono pochi coloro che la giudicano come una concreta possibilità che possa dare sviluppi positivi al calcio europeo.
Quelli che sicuramente sono rimasti un pò più sbigottiti dalla notizia sono stati i calciatori e gli allenatori dei club fondatori della Super League. Non a caso, le dichiarazioni di Pep Guardiola, allenatore del Manchester City (club fondatore della SuperLega), oscillano tra il consenso e la critica.
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Pep Guardiola sulla Super Lega: “L’ho scoperto poche ore prima”
Le parole di Pep Guardiola sono state riportare dal noto Daily Mirror, tabloid inglese. Ebbene, il mitico tecnico spagnolo ha ammesso: “Ho saputo della Super Lega poche ore prima che la dichiarazione venisse rilasciata, come il resto dei miei colleghi. Mi hanno detto che stavamo per rilasciare una dichiarazione. La dichiarazione è lì, ma nessuno parla chiaramente con maggiori dettagli di ciò che verrà creato”.
Il Pep ha continuato esprimendo la sua voglia di saperne di più in merito alla questione Super Lega: “I presidenti possono parlare più chiaramente di dove andrà il calcio. Per noi è scomodo perché non abbiamo tutte le informazioni. Posso darvi la mia opinione, ma non di più. Mi piacerebbe che il presidente del comitato facesse il giro del mondo e spiegasse come abbiamo ottenuto questo risultato”.
Da uomo del calcio di grande personalità, Guardiola non ha dispensato la sua personale opinione sul funzionamento Super Lega: “Sostengo il mio club. Amo far parte di questo club. Ma ho anche la mia opinione, in questo momento è solo una dichiarazione. Ecco perché è scomodo per i dirigenti – il tecnico spagnolo ha continuato dicendo – se mi chiedi perché queste squadre sono state selezionate per giocare questa ipotetica competizione in futuro … lo sport, non è uno sport quando non esiste il rapporto tra sforzo e ricompensa. Non è uno sport se il successo è garantito o se non importa quando perdi”.