La Juve, tra i club fondatori della nuova e discussa SuperLega, ha voluto mettere le mani avanti senza chiarire le tempistiche.
La notte che potrebbe aver cambiato per sempre il volto del calcio, in particolare in Europa. La creazione improvvisa e immediata della SuperLega ha scatenato reazioni di ogni genere nel mondo del pallone. I dodici club fondatori sono sicuri e convinti della scelta, nonostante le tante proteste e prese di posizione.
Tra i primi club che hanno aderito c’è anche la Juventus. Il presidente bianconero Andrea Agnelli, nonostante fosse a capo dell’ECA e con un feeling speciale con Aleksander Ceferin, numero uno UEFA, ha deciso di aderire e spiegare tramite comunicato le proprie ragioni.
La Juve, sul proprio sito web, ha parlato di numeri per spiegare l’importanza della SuperLega: “L’accordo prevede l’impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di Euro 2 milioni incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori Euro 8 milioni. All’avvio effettivo della Super League ed a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all’accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a Euro 3,5 miliardi, che verrà erogato in un’unica soluzione; questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire in base al numero definitivo di club fondatori , sarà resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali”.
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Juventus dunque in prima linea, come pubblicato sul proprio sito web. Ma il club bianconero si è cautelato con un paragrafo, all’interno del comunicato ufficiale, che fa intendere come il progetto SuperLega sia concreto ma ancora lontano dal realizzarsi.
Agnelli infatti ha messo in chiaro che non vi sia ancora una data precisa per la partenza della nuova competizione. E che non è affatto sicuro si concretizzi definitivamente: “I club fondatori faranno tutto quanto possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile. Tuttavia, la Società non può al momento assicurare che il progetto sarà effettivamente realizzato né prevedere in modo preciso la relativa tempistica. La Società non dispone quindi allo stato di tutti gli elementi necessari al fine di svolgere valutazioni di dettaglio sull’impatto che la Super League potrà avere sulle sue condizioni e performance finanziarie ed economiche”.
Probabile che la Juve si sia mantenuta su queste posizioni per evitare che nel frattempo le istituzioni calcistiche provvedano a sanzioni o estromissioni dei club membri. L’intenzione delle 12 società è quella di collaborare con FIFA e UEFA prima di dare il via alla ‘separazione’ calcistica.