L’intervista di Tomori ai microfoni della Gazzetta dello Sport. La laurea, San Siro, il rapporto con Pioli e Ibrahimovic, il sogno Scudetto e… il futuro. Il difensore del Milan si racconta
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Fikayo Tomori, una delle rivelazioni più belle del Milan in quest’ultimo periodo. Arrivato dal Chelsea in prestito con diritto di riscatto, ha conquistato subito tutti per la sua esplositività e forza. Ormai è in pianta stabile nelle gerarchie di Stefano Pioli: per ora Alessio Romagnoli è out per infortunio, ma quando tornerà ci saranno tre opzioni per due posti. Se l’allenatore rifletterà, per i tifosi non ci sarà alcun tipo di dubbio: Tomori più un altro.
In questi giorni sui social è partita un’iniziativa per la raccolta fondi per il suo riscatto: “Pazzesco!“, ha detto il difensore. Che costerebbe al Milan circa 28 milioni di euro. Non pochi, ma nemmeno tanti per un difensore di questo livello. Ha 23 anni e delle basi ottime, ma i margini di miglioramento sono ancora enormi. In Italia, con il nostro lavoro tattico, può diventare davvero un centrale di livello altissimo.
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Nizaar Kinsella, giornalista di Goal.com che segue da vicino il Chelsea, la scorsa settimana ha rivelato a noi di MilanLive.it che Tomori è uno studente. Infatti è iscritto alla facoltà di economia (suo padre è un avvocato) e a breve si laurerà: “Sì e mi piace molto. Approfitto del lockdown per accelerare il percorso di studi”, ha confermato alla Gazzetta. Per adesso, invece, non ci pensa a studiare anche gli avversari: “Lo fa l’allenatore, io cerco solo di prepararmo“.
A Milanello ci sono tante lingue diverse e per Pioli comunicare con tutti non è una passeggiata: “Tanti parlano inglese, per fortuna. Con Pioli non è stato facile all’inizio, ma devo dire che ci siamo capiti. Parliamo sia inglese che italiano. In campo invece solo italiano, per forza“. E sul problema razzismo, glissa: “Mai avuto problemi, non credo sia un argomento sul quale focalizzarsi“.
Un tipo studioso quindi e che non ama la Playstation (che invece va molto di moda fra i calciatori). Le sue passioni sono altre: “Parlo molto coi miei genitori, sono il mio supporto. Non mi piace vedere la tv, ma Netflix mi aiuta, soprattutto nel tempo libero. Studio, parlo coi miei amici in FaceTime, così passo il mio tempo“. Se ha nostalgia dell’Inghilterra: “Mi mancano i miei genitori, ma a Milano sto benissimo“.
Purtroppo Tomori non sa ancora cosa significa giocare in un San Siro pieno: “Eppure, anche vuoto fa impressione. Certo, nel derby mi sarebbe piaciuto vedere tutti i tifosi“. Sulla differenza fra il calcio italiano e quello inglese: “Il gap non è così grande. In Inghilterra si gioca più di istinto, qui è diverso ma c’è tanta qualità. C’è il Milan, ma anche la Roma, la Juve, l’Inter, l’Atalanta e la Lazio“. Ci si sofferma poi sulla lotta Scudetto: “C’è una grande distanza dall’Inter, ma non vedo perché non dovremmo crederci fino alla fine. La Champions è un grande traguardo, ma noi dobbiamo puntare al bersaglio grosso. Possiamo fare qualcosa di speciale“.
Immancabile poi la domanda su Zlatan Ibrahimovic e su come si comporta con lui: “Non ci parla come figli, ma ci motiva tantissimo. Per noi è un esempio di dedizione e carica agonistica“. E per un difensore come lui, la vicinanza di Paolo Maldini è davvero il massimo: “E’ come per un attaccante avere Messi come direttore sportivo. L’obiettivo è impressionarlo tutti i giorni“.
L’obiettivo di Fikayo è molto chiaro: “Lavoro tutti i giorni per diventare il migliore al mondo. Idolo? Inevitabile dire John Terry visto che sono entrato nel Chelsea da bambino. Poi Sergio Ramos, Van Dijk e Cannavaro. La Serie A è come l’Università per un difensore, sto crescendo e imparo tutto quello che si può“.
E sul suo futuro non si sbilancia: “Non decido soltanto io, mi sto divertendo e mi godo l’attimo, sono molto felice di essere qui. Non ci penso al futuro“.