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Ibrahimovic: “Molti dopo i 30 anni smettono, io sono migliorato”

Zlatan Ibrahimovic non smette di avere voglia di giocare e si racconta, tra passato e futuro, in una lunga intervista.

Zlatan Ibrahimovic (© Getty Images)

In molti hanno elogiato il carisma e la longevità di Zlatan Ibrahimovic in questa stagione. Malgrado lo svedese sia vicino ai quaranta anni, la punta del Milan non vuole smettere e vorrebbe rinnovare coi rossoneri. L’attaccante è persino tornato a giocare con la sua nazionale, servendo due assist in due gare con gli scandinavi.

Ibra si è raccontato in una lunghissima intervista a Champions Journal raccontandosi tra il passato e il futuro, sostenendo di avere ancora fame di vittorie e di campo. Tuttavia proprio in queste ore ha fatto tremare i tifosi rossoneri per un allarme infortunio, poi rientrato dopo le parole della Svezia Andresson.


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Zlatan Ibrahimovic in carriera ha vinto tutto, segnato oltre cinquecento gol ed ha giocato nei club più importanti del mondo, tuttavia a trentanove anni non vuole ancora smettere. Lo svedese ha scelto di raccontarsi a Champions Journal parlando della sua voglia di dimostrare sempre e comunque di essere il migliore.

Ecco un estratto delle sue parole:

“Io sono un animale diverso perché si può domare un leone ma non me. Il mio problema è che non sono mai soddisfatto anche se non ho più l’obbligo di lavorare perché ho avuto una bella vita. Voglio sempre di più e ho ancora molta passione. Questo mi ha spinto a giocare fino a 39 anni e fare quello che sto facendo e ci sono pochi che alla mia età fanno quello che sto facendo io. Molti dopo i trent’anni mollano, io sono diventato molto più forte”.

Sull’infortunio del 2017:

Dopo l’infortunio al ginocchio quando ero a Manchester mi ci è voluto un anno per tornare a sentirmi vivo. Il lavoro che ho fatto è stato mentale e non ero abituato a ciò: di solito tocco la palla mentre in quei giorni facevo solo fisioterapia e lavoro atletico. Fortunatamente ho avuto attorno gente che mi ha spinto a farlo, mi hanno motivato e non mi hanno fatto diventare più pigro, mi hanno invece fatto sentire vivo”.

Scritto da
Daniele Riefolo