Lazio, caso tamponi: le richieste “soft” della Procura FIGC

La Procura della FIGC ha avanzato le proprie richieste al Tribunale per quanto riguarda la Lazio e Lotito, coinvolti nel noto ‘caso tamponi’.

Claudio Lotito
Claudio Lotito (©Getty Images)

Giornata importante quella di oggi per quanto riguarda il “caso tamponi” che ha coinvolto la Lazio. Stamattina si è svolta l’udienza del processo in video-conferenza di fronte al Tribunale Federale.

Sotto accusa il club biancoceleste, il patron Claudio Lotito e i medici sociali (Rodia e Pulcini). La Procura della FIGC ha fatto le seguenti richieste: 200 mila euro di multa alla Lazio, 13 mesi e 10 giorni di inibizione per Lotito e 16 mesi per i due medici sociali.


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Pertanto nessun punto di penalizzazione richiesto per le irregolarità compiute. Questo sorprende non poco, considerando che dalle indiscrezioni era emersa la possibilità che venisse domandata una pena anche in termini di punti dalla Lazio. Invece la Procura Federale non è stata particolarmente dura nel presentare le proprie richieste al Tribunale della FIGC.

Gianmichele Gentile, avvocato della società biancoceleste, la vede diversamente: «Molto esagerate le richieste avanzate dalla Procura della FIGC. Sono il frutto di una visione completamente errata della vicenda».

La Lazio, Lotito e i due dottori erano stati deferiti dalla Procura Federale per violazione del protocollo della FIGC, mancate o tardive comunicazioni alla Asl dei casi di positività delle gare con Bruges, Zenit e Torino. E anche per il mancato isolamento di quei giocatori che erano risultati positivi al tamponi.

Il Torino aveva chiesto di essere ammesso al processo come parte interessata, in relazione al match del 1° novembre 2020 contro la Lazio. In quell’occasione Ciro Immobile, come Lucas Leiva e Thomas Strakosha, non avrebbe dovuto giocare secondo l’accusa. Il Tribunale, tuttavia, ha dichiarato inammissibile la richiesta del club granata e dunque quest’ultimo non ha preso parte all’udienza odierna.

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