Massimiliano Allegri ieri ha parlato anche di Mario Mandzukic, l’attuale attaccante del Milan. Un rapporto forte, intenso e… decisivo per la Juve.
A tutto Max. Dopo due anni di “silenzio”, Allegri è tornato a parlare a Sky Calcio Club, il programma della domenica sera condotto da Fabio Caressa. Tantissimi i temi toccati dall’allenatore, molti dei quali anche dedicati ai suoi anni da allenatore del Milan. Dall’amore per Ronaldinho e Robinho al rapporto con Seedorf e Ibrahimovic, fino a definire San Siro “molto più pesante dell’Allianz Stadium di Torino”. Insomma, un racconto a tutto tondo di quella che è stata un’esperienza molto formativa per il suo percorso.
Ma nel suo intervento c’è stata anche, inevitabilmente, tanta Juventus. Cinque anni di successi in Italia e di quasi successi in Europa con due finali di Champions League (entrambe perse). In una di queste, a Cardiff contro il Real Madrid, in campo c’era anche Mario Mandzukic, uno dei calciatori più amati dall’allenatore livornese, autore di un gol bellissimo ma inutile. “Non toccatemi Mario“, ha detto in risposta a Paolo Di Canio e in tono scherzoso durante l’intervista di ieri. In effetti, fra i tanti campioni allenati da Allegri finora, l’attaccante croato è stato fra quelli più importanti, se non il più importante in assoluto, almeno dal punto di vista della duttilità e della tattica.
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L’importanza di Mandzukic per Allegri
Era il 2017 e la Juventus era come sempre al comando in Italia e andava avanti in Europa. Eppure, Allegri e i suoi erano costantemente al centro delle critiche per il tipo di calcio espresso. Partite sempre brutte, risolte dal singolo e dall’episodio. Fu così che, grazie ad una delle sue tante intuizioni, l’allenatore decise di abbandonare il 3-5-2 (il modulo che ha fatto le fortune della Juve con Conte prima e con lui poi) per passare ad un più arioso ed europeo 4-2-3-1. Una svolta tattica clamorosa che portò la Juve a giocare decisamente meglio e a conquistarsi la finale di Champions League a Cardiff.
Il centravanti era Gonzalo Higuaìn, il trequartista Paulo Dyala, a destra Juan Cuadrado e a sinistra… Sì, proprio Mandzukic. Che, fino a quel momento, aveva sempre giocato solo da centravanti. Un azzardo, secondo molti. E invece Mario diventò così l’uomo più importante di quella super Juventus. Con la sua forte predisposizione al sacrificio, l’ex attaccante del Bayern Monaco e dell’Atletico Madrid riusciva a coprire tutta la fascia, ad aiutare in fase difensiva e a garantire in ogni situazione supporto ai due centrocampista. Era praticamente una mezzala, col vizio del gol. “Faceva il Pogba“, ha detto Allegri nella sua intervista a Sky Calcio Club.
Un ruolo che lo ha costretto a triplicare le sue normali corse durante le partite. “Quel poveraccio ha corso più di chiunque altro“, ha aggiunto l’allenatore. Da qui l’intervento di Paolo Di Canio: “In quella stagione gli hai tolto due anni di carriera“… Così arriviamo alla frase detta in apertura “Non toccatemi Mario“. Dopodiché Caressa ne ha approfittato per chiedergli se è proprio lui il suo giocatore preferito. Allegri a quel punto ha sviato la risposta citando i tanti campioni che ha allenato: “Ne ho avuti tanti. Ronaldinho e Cassano facevano passare la palla ovunque, Robinho mi faceva impazzire, dicevano che era il mio figliocco“. Eppure, fra Max e Mandzukic c’è sempre stato davvero un feeling speciale.
Milan, Mandzukic fra rientro e rinnovo
Mario Manduzkic è alle prese con una lesione muscolare ed è fermo ormai da diverse settimane. L’ultima apparizione risale al 18 febbraio in Stella Rossa-Milan, l’andata dei sedicesimi di finale di Europa League. Stefano Pioli lo schierò per la prima volta titolare e lo tenne in campo fino all’ora di gioco. Un carico di lavoro probabilmente troppo alto per un calciatore fermo da troppo tempo. E da lì infatti sono iniziati i problemi che hanno costretto il calciatore al forfait. La speranza dello staff è di recuperarlo durante queste due settimane di sosta: Mandzukic potrebbe diventare un elemento importante nel rush finale di campionato, fase decisiva anche per il suo futuro.
L’attaccante ha firmato un contratto di sei mesi con il Milan durante il calciomercato invernale. Nell’accordo però c’è una clausola di rinnovo automatico in caso di qualificazione in Champions. Ecco perché è anche nel suo interesse cercare di aiutare la squadra ad arrivare fra i primi quattro. Lui è un uomo di esperienza – e quanto vi abbiamo raccontato del suo rapporto con Allegri lo conferma – e potrebbe tornare sicuramente molto utile a tutto il gruppo rossonero.