Intervista all’ex stella del Milan, vero e proprio metronomo di centrocampo, che ha commentato il momento dei rossoneri.
Quest’oggi la Gazzetta dello Sport ha pubblicato l’intervista realizzata con Demetrio Albertini, ex stella del Milan negli anni ’90.
L’attuale dirigente federale ha vinto tutto da calciatore. Dunque conosce bene le dinamiche di uno spogliatoio e di un ambiente ambizioso come quello rossonero.
Albertini non ha dubbi. Nonostante la classifica sfavorevole, il Milan deve guardare ancora in alto: “Continuare a puntare al massimo obiettivo, cioè allo scudetto. È assolutamente normale che in un campionato ci siano momenti così, ma le squadre forti sono quelle che sanno gestire i momenti negativi. I gruppi veri si costruiscono nelle difficoltà”.
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Il Milan deve cercare delle motivazioni giuste: “Devi continuare a sognare il titolo per due motivi: primo per non avere rimorsi alla fine, è possibile che l’Inter inciampi in un paio di partite, non mi pare che contro Atalanta e Torino abbia dominato gli avversari. Se rallentasse un po’, sarebbe ancora peggio per il Milan non averci provato. Secondo perché se punti in alto hai più stimoli, sai di giocarti il traguardo più importante che c’è”.
Sulla lotta alla zona Champions: “Mancano ancora tante partite in un contesto indecifrabile come non mai. Tra infortuni, squalifiche, recuperi Covid, stanchezza, tutto può succedere. Dietro sono tutte lì: la Juventus non mi stupisce, Roma e Napoli sono rimaste in zona. Il momento decisivo arriva ora, in primavera”.
Albertini elogia la rosa rossonera: “Ha giocatori che ultimamente si sono valorizzati molto, penso a Kessie e Calhanoglu. Calabria che ha fatto un salto di qualità notevole in questa stagione. E poi gli assenti, che ovviamente hanno pesato in questa fase, rientreranno: Bennacer è importantissimo, Ibra non ha alternative. Anche se chi ha giocato al loro posto ha risposto bene, facendo capire che la vera forza è avere un gruppo maturo”.
Su Tonali: “Lo vedo troppo timido. Credo possa diventare un giocatore importante nella storia del club e glielo auguro. Ha un talento super ed è giovanissimo: deve solo avere più personalità”.
Infine sull’obiettivo Europa League: “A me hanno sempre insegnato a puntare all’obiettivo più ambizioso, a costo di gestire dopo la delusione di non avercela fatta. Ma il Milan può farcela benissimo, ha già fatto all’andata un’ottima prestazione. Oggi sa come fare e da dove poter ripartire”.