Fabio Capello, durante il prepartita di PSG-Barcellona, è tornato su Ronaldo e il Real Madrid. “Faceva troppe feste, l’ho mandato via”
Fabio Capello si sa, non ha mai avuto peli sulla lingua. Durante il prepartita del match di Champions League PSG-Barcellona, l’ex allenatore, in compagnia di Paolo Condò, Cambiasso, Costacurta e Anna Billò, è ritornato sui suoi trascorsi madrileni, e sulla vicenda Ronaldo il fenomeno.
Si era già espresso di recente sul 9, quando raccontò di un particolare durante la trattativa con il Milan. Pare che Galliani lo abbia chiamato per chiedere informazioni, prima di acquistarlo dal Real Madrid. “Mi chiamò Galliani – aveva dichiarato Capello – gli dissi che era sovrappeso e non andava bene, lo sconsigliai. Il giorno dopo era a Milanello”.
Questa volta però un altro retroscena, sempre sulla partenza del brasiliano, e sulle vicende di spogliatoio. Don Fabio, con l’assist della Billò: “Tu non mettevi diktat”. “Ronaldo il fenomeno l’ho mandato via io“, ha però replicato Capello, lasciandosi andare a qualche dietro le quinte sulla rottura. A quanto pare, oltre ai problemi di peso del pallone d’oro, Don Fabio era contrariato dall’atteggiamento del calciatore, che con feste e divisioni di spogliatoio, avrebbe minato la serenità del gruppo. “Non riusciva a dimagrire, e parlo del calciatore più forte che io abbia mai allenato“.
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Capello su Ronaldo: “Il giocatore più forte che ho allenato”
“Pesava 94 kg, faceva feste e spaccava lo spogliatoio“. Così Fabio Capello ha ricordato il momento della rottura tra il fenomeno e il Real Madrid, quando R9 dovette lasciare la casablanca, allora allenata proprio da Capello. “Era un personaggio negativo per lo spogliatoio – ha continuato il mister – negativo per tutti quanti”.
Una rottura, che come abbiamo visto nell’aneddoto raccontato dallo stesso Capello qualche tempo fa, portò il pallone d’oro al Milan, a fine carriera, per un trasferimento rimasto nella storia. Rimasto nella storia soprattutto per il “tradimento” subito dai tifosi dell’inter, che non solo videro il loro più grande idolo indossare la maglia del Milan, ma per giunta giocargli contro, segnare – un grand gol – ed esultare. Si, perché il Ronaldo del Milan non era certo quello dei tempi d’oro, ma ha lasciato il segno, eccome.
Ronaldo, i numeri col Milan
Preso il 30 gennaio da Galliani, come mossa disperata di risalire la china e agganciare il lontano quarti posto, in pochi avrebbero pensato che proprio quell’acquisto sarebbe stato fondamentale per i raggiungimenti degli obiettivi. Esordio senza infamia e senza lode, ma contro il Siena il fenomeno si blocca, fornendo un assist e realizzando addirittura una doppietta. Il gol contro l’Inter, fuori casa, che ammutolirà 50mila interisti, è storia del calcio. Il doppio passo contro l’Empoli è pura poesia.
Il pallone d’oro contribuirà a far rifiatare i titolari, che in Champions senza di lui (escluso dalle coppe a causa delle presenze nei gironi con il Real), solleveranno a fine maggio la settima Coppa dei Campioni della storia rossonera. Purtroppo la stagione successiva non è fortunata come la precedente. R9 infatti si infortuna varie volte, nonostante la strepitosa partita contro il Napoli (esordio con gol di Pato e tridente insieme a Kakà tutto brasiliano), vede il campo solo 4 volte. Terminerà la sua esperienza al Milan con 20 presenze e 9 gol, di cui 7 tra febbraio e maggio del 2007, in 14 presenze.
La stima sicuramente è tanta per Ronaldo da parte dei tifosi milanisti, da parte di Capello, per uno dei personaggi più affascinanti ed estroversi del calcio mondiale.