Una vittoria forse inaspettata quanto importante quella del Milan contro il Verona, nonostante gli otto indisponibili.
La vittoria più pesante della stagione. Perché in pochi alla vigilia avrebbero scommesso sul Milan vincente e brillante in casa dell’Hellas Verona.
Una squadra incerottata, senza 7-8 calciatori di primissimo piano a disposizione, che veniva da uno scialbo pareggio interno con l’Udinese.
Ma il Milan si è dimostrata squadra di ferro, che si compatta nei momenti di difficoltà, che sa tirar fuori il meglio anche dai calciatori meno chiacchierati o talentuosi.
Merito di mister Stefano Pioli se ieri il Diavolo ha sbancato la ‘Fatal Verona‘ giocando una delle migliori gare della stagione. Alla faccia di chi ha spesso parlato di Ibra-dipendenza.
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Per commentare l’andamento della gara di ieri al Bentegodi, la Gazzetta dello Sport parte dall’elogiare i titolari, che non hanno fatto sentire la mancanza degli assenti di lusso.
Mancava il leader Ibrahimovic? C’ha pensato l’infaticabile Franck Kessie a prendere per mano i suoi, confermando di essere l’anima portante di questo Milan. Niente Calhanoglu a rifinire? Rade Krunic non solo non l’ha fatto rimpiangere, ma si è anche inventato la punizione capolavoro dell’1-0.
E pure il tanto criticato Diogo Dalot nel sostituire Theo Hernandez si è sciolto, scatenandosi in proiezione offensiva e trovando il suo primo centro in Serie A.
Il match fondamentalmente si è sviluppato sulla forza inattesa dei rossoneri e la leggerezza di un Hellas atteso dal salto di qualità, rimandato però a tempi migliori. Il Milan ha battuto la squadra di Juric utilizzando aggressività e gioco corale, ovvero le stesse armi per cui i veronesi sono divenuti celebri.
Un successo meritato, nella prestazione e nei numeri, che fortifica l’animo di un Milan che forse crede ancora al sogno scudetto. Ma intanto blinda il secondo posto e la qualificazione in Champions League.
Il dato è importante: la squadra di Pioli è la quarta in ordine di tempo in Europa a raggiungere quota 100 punti conquistati da inizio 2020. Dopo club del calibro di Manchester City, Bayern Monaco e Real Madrid. Non sarà un caso, certamente.