Qualificazione a dir poco sofferta per il Milan contro la Stella Rossa ieri sera. Decisive le parate di Gigio Donnarumma.
Di buono nella serata di ieri a San Siro c’è solo la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League.
Un Milan blando, poco concentrato e mai così in balia degli avversari ha rischiato grosso. Solo 1-1 interno con la Stella Rossa, risultato che è comunque bastato per portare la banda Pioli agli ottavi di finale.
Qualificati sì, ma con troppi brividi che fanno suonare il campanello d’allarme per un Milan in regressione. Come nel match d’andata i rossoneri non hanno saputo approfittare della superiorità numerica, rischiando persino la beffa nel finale.
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Come scrive la Gazzetta dello Sport, il turnover imposto da Stefano Pioli non ha dato i propri frutti. Eppure la gara era iniziata sotto una buona stella.
Dopo pochi minuti il VAR pescava un mani in area serba di Gobeljic. Rigore netto trasformato da Franck Kessie e qualificazione praticamente in tasca.
Ma da quel momento in poi il Milan incredibilmente si ritraeva nella propria metà campo, come spaventato di sprecare energie, lasciando il pallino del gioco alla Stella Rossa.
Inevitabile che il brillante Ben Nabouhane trovasse poco dopo il gol del pareggio, marcato in maniera troppo blanda dal deludente (ancora lui) Romagnoli.
Pioli ha provato dunque ad inserire l’artiglieria pesante nella ripresa: dentro Ibrahimovic, Rebic e pure Theo Hernandez. Ma il Milan ha continuato a soffrire, fallendo contropiedi interessanti e dando agli ospiti la possibilità concreta di crederci.
Una statua andrebbe eretta invece per celebrare Gianluigi Donnarumma: nel giorno del suo 22° compleanno il portiere ha salvato il Milan con un intervento a dir poco miracoloso. Zampata da due passi di Sanogo e riflesso incredibile di Gigio, che in pratica manda i suoi agli ottavi con l’ennesima prodezza stagionale.
E dire che la Stella Rossa aveva fallito anche altre opportunità di rilievo, provandoci fino all’ultimo secondo. Il Milan se l’è vista a dir poco brutta, al termine di un incontro timoroso, figlio di un momento storico che non sembra essere favorevole al clan rossonero.