Ritorno amaro per Mateo Musacchio in Champions League, che lascia il campo dopo trenta minuti non all’altezza, regalando la rete del vantaggio ai bavaresi.
Ogni calciatore sogna di giocare la Champions League, e Mateo Musacchio non calcava i campi della massima competizione europea dal 2017, quando vestiva la maglia del Villareal. Il difensore ex Milan, ora in forza alla Lazio è tornato oggi a contendere la coppa dalle grandi orecchie, tuttavia la sua serata non è stata irreprensibile.
A onor del vero l’avversario è il peggiore possibile: il Bayern Monaco di Robert Lewandowsky, miglior calciatore Fifa per il 2020. Il primo tempo laziale è stato da dimenticare, e la prova dell’argentino ha contribuito al pesante passivo nella prima frazione di gioco.
Infatti, al quarantacinquesimo il passivo dice 0-3 per i teutonici, mostrando l’abissale differenza tra le due compagini in campo.
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La partita di Mateo Musacchio
La Lazio ospitava all’Olimpico i campioni d’Europa del Bayern Monaco, in un ottavo di finale complesso, e con diverse defezioni, ma con il terzetto di difesa titolare, tra cui spiccava il neo acquisto Mateo Musacchio, ceduto dai rossoneri ai bianco celesti nella scorsa sessione di mercato a gennaio.
Mateo Musacchio, ex Milan, ha giocato appena trentuno minuti in Lazio-Bayern Monaco, dove si è reso cattivo protagonista, quando dopo meno di dieci minuti serve Robert Lewandowsky per il vantaggio bavarese. L’argentino, dopo venti minuti alza bandiera bianca per infortunio, in una serata di per sé già amara,vista la prima frazione terminata per 0-3.
L’uscita dell’argentino non ha migliorato l’andamento collettivo, visto che la squadra di Simone Inzaghi, seppur recriminando per un rigore non concesso, ha subito altre due reti nel primo tempo. La seconda marcatura di giornata porta la firma del giovane Musiala, mentre il terzo gol è stato segnato dalla punta di diamante del mercato estivo: l’ex Manchester City Leroy Sané, abile a raccogliere una respinta di Pepe Reina, altro ex Milan.
Qualificazione che ormai appare sfumata per la società capitolina, chiamata all’impresa a Monaco di Baviera.