Torna a parlare l’ex direttore sportivo del Milan, che in passato aveva lavorato anche come capo osservatore dell’Inter.
Molti i doppi ex del derby Milan-Inter, fra calciatori e allenatori. Ma c’è anche un dirigente che di recente ha avuto la possibilità di lavorare per entrambi i club cittadini.
Si tratta di Massimiliano Mirabelli. Il calabrese è stato prima capo osservatore nell’Inter, per poi diventare direttore sportivo del Milan durante l’era cinese.
Mirabelli, intervistato da Calciomercato.com, sente il derby di oggi un po’ come una sua creatura personale:
“Sono orgoglioso che in una partita importante come questa sia da una parte che dall’altra ci sia anche un po’ del mio lavoro. Tra i nerazzurri ho scoperto Brozovic e Perisic, dall’altra parte stanno andando avanti con le basi che abbiamo lasciato noi: da Donnarumma a Calhanoglu, passando per Romagnoli, Calabria e Kessie”.
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Mirabelli e i retroscena su Immobile e Bonucci
Tanti i retroscena e gli aneddoti di mercato raccontati oggi dal dirigente calabrese. Tra questi anche alcuni rimpianti, come dei calciatori non esplosi nel ‘suo’ Milan.
“E’ stato un dispiacere veder andar via Locatelli e André Silva. Il Sassuolo voleva Locatelli già quando c’ero io. Ce l’hanno chiesto, ma volevo darlo solo in prestito o con diritto di recompra a favore del Milan e alle me condizioni, alla fine l’affare non è mai decollato”.
Sull’ipotesi di portare Immobile al Milan: “Non avevo fatto i conti con Lotito. Avevamo già l’accordo con il giocatore, ma la Lazio voleva 100 milioni per lui e così non se n’è fatto nulla. Sapevano di avere un campione in casa”.
I colpi Calhanoglu e Kessie da lui finalizzati nel 2017: “Il turco era uscito dai radar internazionali perché veniva da 7 mesi di squalifica, e anche nel Leverkusen era un po’ ai margini. Noi lo seguivamo da anni e abbiamo aspettato il momento giusto per prenderlo. E’ stata una scommessa, oggi posso dire che l’abbiamo vinta. Kessie? Atalanta e Roma avevano l’accordo, ma io mi giocai la carta sulla volontà del giocatore di venire al Milan. Discussi con l’agente Atangana fino alle 3 di notte in uno sgabuzzino. Alla fine svegliammo Kessie per raggiungerci e firmare l’intesa”.
L’idea di prendere Bonucci dalla Juve: “Un’occasione, sfruttammo la rottura con Allegri. Per molti fu una scelta sbagliata, per me non c’è discussione. Ci fu un caos con la maglia numero 19: Fassone la diede a Bonucci, io l’avevo promessa a Kessie. Non la volevano mollare, Kessie stava per non giocare un’amichevole con il Bayern per questo motivo. Poi Franck, con la sua umanità, ha fatto un passo indietro”.
I rimpianti di Mirabelli: Aubameyang e Rakitic
La lunga intervista prosegue con i rimpianti, ovvero quei calciatori che Mirabelli non è riuscito a portare in maglia Milan. Ad esempio Pierre-Emerick Aubameyang: “Era un mio pallino, ma per esigenze di budget dovevo decidere se prendere lui o ingaggiare Bonucci e Kalinic, voluto da Montella. Avrei dovuto dare precedenza a Pierre e poi fare le altre operazioni”.
Ci provò anche per Rakitic del Barcellona: “Lo incontrai quando non ero ancora ufficialmente un dirigente del Milan. Il Barça tentennava per il rinnovo, così provai a inserirmi. Poi purtroppo il closing andò per le lunghe e ci sfuggì ma se fossimo stati già dentro alla società sono convinto che l’avremmo preso”.
Mirabelli invece non rimpiange la cessione di Pessina: “Più fa bene con l’Atalanta e più ci guadagna il Milan. Lo avevamo promesso se avessimo chiuso l’affare Conti. Io credevo in lui, infatti il Milan ha già ricavato qualcosa dalla sua cessione e ne ricaverà ancora in futuro”.