Il Divin Codino, questo il titolo del film prodotto da Netflix dedicato a Roberto Baggio. Un fuoriclasse sublime che ha indossato anche la maglia del Milan. Ripercorriamo i suoi due anni in rossonero a metà degli anni Novanta
I trailer e le pubblicità in tv e sul web hanno creato una grande attesa negli appassionati che non si perderanno sicuramente l’appuntamento su Netflix con il Divin Codino, il film in uscita sulla piattaforma streaming mercoledì 26 maggio che ripercorre la carriera di uno dei calciatori italiani più importanti di sempre: Roberto Baggio.
Ci sarebbe voluta una serie e non un lungometraggio per far rivivere i momenti più belli dell’indimenticato numero 10, dagli esordi con il Vicenza negli anni ’80, all’exploit con la Fiorentina, all’approdo alla Juventus per poi passare da Milan, Bologna, Inter e Brescia, club con il quale si è ritirato nel 2004 in un indimenticabile pomeriggio a San Siro nel quale gli 80mila spettatori che festeggiavano lo scudetto appena vinto dal Milan si sono alzati in piedi per tributare l’ultimo saluto a quello che è stato il campione di tutti.
Già proprio il Milan. In rossonero, Baggio ha militato per due anni dal ’95 al ’97, un’esperienza iniziata con grande entusiasmo e terminata con un epilogo tormentato e deludente.
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Baggio al Milan: lo Scudetto nel campionato 1995-96
Roberto Baggio arriva al Milan nell’estate 1995 dopo aver vinto il suo primo Scudetto in carriera con la Juventus a coronamento di un biennio nel quale, la delusione del Mondiale perso in finale a Usa ’94 con il Brasile, è stata mitigata dalla conquista del Pallone d’Oro.
Quella Juventus aveva interrotto la serie di 3 scudetti di fila vinti dal Milan di Capello che nell’annata 1994-95 chiuse al quarto posto in classifica con l’ulteriore delusione della finale di Coppa Campioni persa con l’Ajax a Vienna. Una doppia debacle alla quale Berlusconi reagì prontamente acquistando prima Weah dal Paris Saint Germain e lo stesso Baggio, strappato alla concorrenza dell’Inter, con un indennizzo di 18 miliardi di lire alla Juve.
Baggio approda al Milan tra l’entusiasmo dei tifosi e va a completare un tridente d’attacco da sogno con Weah e Savicevic, un vero e proprio dream team per l’epoca. L’esordio in campionato avviene il 27 agosto 1995 nella vittoria per 1-2 a Padova nella quale vanno a segno Weah e Franco Baresi in uno dei rari gol su azione del capitano rossonero. Il primo gol in rossonero arriva nella giornata successiva nel 2-1 all’Udinese. Il Milan non abbandona mai la testa della classifica e vince lo Scudetto con Baggio in gol nel 3-1 con la Fiorentina che regala agli uomini di Capello la matematica certezza del Tricolore. Con quella vittoria, Roby entra nel novero dei sei calciatori che sono riusciti a vincere due Scudetti di fila con due squadre diverse. L’ultimo a riuscirci è stato Andrea Pirlo con Milan e Juve nelle annate 2010-11 e 2011-12.
Una stagione, quella del 1995-96, in cui non sono mancate delusioni per Baggio e il Milan, eliminato a sorpresa nei quarti di finale di Coppa Uefa dal Bordeaux, squadra in cui militava un giovane campione, Zinedine Zidane. Dopo il 2-0 a San Siro che sembrava aver ipotecato la qualificazione, il 3-0 in Francia annichilisce i rossoneri. Un epilogo inaspettato al quale il Milan reagì prontamente battendo il Parma in campionato 3-0. In quella partita Baggio andò a segno con un esultanza rabbiosa all’interno della porta agitando la rete. Nel pre partita, il pullman del Milan era stato accolto da un lancio di uova.
Da Tabarez a Sacchi poi l’addio
Dopo il quarto Scudetto vinto con il Milan, Capello accetta l’offerta del Real Madrid e lascia i rossoneri. Sulla panchina dei campioni d’Italia arriva Tabarez. L’esperienza del tecnico uruguaiano dura appena 4 mesi. Il ko per 3-2 a Piacenza con la rovesciata di Luiso ne decreta le dimissioni. Con Tabarez, Baggio esordisce in Champions League nella sconfitta casalinga contro il Porto, prima debacle che precederà l’eliminazione nella fase a gironi che sarebbe arrivata con il ko casalingo per 1-2 contro il Rosenborg.
Contro i norvegesi, c’è stato il secondo debutto sulla panchina del Milan di Arrigo Sacchi richiamato da Berlusconi per sostituire Tabarez. Un unicuum nella storia del calcio italiano considerato che Sacchi era il c.t. della Nazionale. L’arrivo del tecnico di Fusignano segna l’inizio del declino dell’esperienza di Baggio in rossonero. I rapporto tra Sacchi e Baggio non erano idilliaci. Dopo Usa ’94, l’allora c.t. non lo aveva convocato per gli Europei del 1996, una decisione che stupì e non poco.
L’apice della crisi arriva a febbraio con uno sfogo pubblico del fantasista contro l’allenatore per il poco utilizzo. Berlusconi cerca di calmare le acque ma non ci riesce. In una serata nerissima per il Milan, sconfitto 1-6 a San Siro dalla Juve, Baggio inizialmente si rifiuta di entrare dalla panchina. Lo farà convinto dal vice Carmignani. Il Milan chiuderà il campionato all’undicesimo posto, restando fuori dalla coppe dopo 8 anni. Sacchi lascia la panchina. Torna Capello che congeda Roby il quale, nonostante la volontà di restare in rossonero, passerà al Bologna chiudendo la sua esperienza in rossonero con 67 presenze totali, 19 gol e uno Scudetto.