Gazidis ha parlato del motivo per il quale Pioli fu preferito a Rangnick, ma anche di come è cresciuto il rapporto con Maldini al Milan.
Non è un segreto che Ivan Gazidis abbia pensato a Ralf Rangnick come figura a cui affidare panchina e area sportiva del Milan. Dei contatti ci sono stati, ma alla fine non è arrivato alcun accordo.
L’amministratore delegato rossonero ha preferito continuare a dare fiducia a Stefano Pioli, confermando il progetto avviato assieme a lui e alla coppia dirigenziale Maldini-Massara. Una scelta corretta quella di optare per la continuità invece di effettuare una rivoluzione che avrebbe comportato tanti cambiamenti e incertezze.
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Gazidis in un’intervista concessa a Sky Sport è stato interpellato anche sulla vicenda Rangnick, che per mesi ha occupato le cronache riguardanti il Milan: «Per me la decisione era aperta, l’ho sempre detto a Stefano e l’ha capito. La scelta deve essere basata sul merito sportivo, è sempre così soprattutto in un grande club. La cosa che mi ha sorpreso è l’attitudine di Stefano sul campo. Un approccio molto moderno, che abbraccia i talenti giovani che abbiamo preso. Usa analisi, dati, video… Capisce come si è evoluto il calcio. Nel derby perso un anno fa contro l’Inter vedemmo un gioco che ci diede fiducia nel suo lavoro, capimmo che poteva essere la scelta giusta».
L’amministratore delegato ha speso parole molto importanti per Pioli, del quale si dice addirittura innamorato: «È una persona molto intelligente. Ha capito subito che siamo sotto pressione, è arrivato in un momento difficile. La cosa che mi ha impressionato è che si è focalizzato sul lavoro, senza lamentarsi e senza badare alle voci. Col suo lavoro ha provato a tutti che ha la capacità di gestire una squadra importante. Sono innamorato di Stefano».
Gazidis ha anche confermato che il rapporto con Paolo Maldini non è stato sempre facile, però da diversi mesi ci sono stati netti miglioramenti e adesso la dirigenza è veramente unita: «Cultura e lingua differente, non era facile. Adesso stiamo crescendo, le nostre relazioni sono molto forti e c’è un’unità che si vede sia nella società che nella squadra. È importante questo, ma anche non essere sempre d’accordo. Paolo rappresenta il club, è il Milan e la sua storia. Questo lo sanno tutti, però non è questa la ragione per la quale l’ho scelto. In lui vedo qualcosa di speciale. È un uomo con valori, moderno, umile, con voglia di imparare e pensa per la squadra. Spero rimanga a lungo termine, non vedo un limite per Maldini. È speciale, da Milan».