Herbert Kilpin, fondatore ed ex calciatore e allenatore del Milan, è nato il 24 gennaio del 1870. Storia e curiosità del nostro storico fondatore.
All’ingresso del polo museale di Casa Milan campeggia un motto: “Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari”. La storica frase è stata pronunciata da Herbert Kilpin, storico fondatore del Milan di cui oggi, 24 gennaio, ricorre la sua nascita, avvenuta a Nottingham nel 1870.
La storia dell’ex calciatore, allenatore e fondatore del club è un racconto di un mondo d’altri tempi, dove il calcio incrocia la storia dell’economia mondiale.
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La storia di Herbert Kilpin
Herbert nasce a Nottingam, da una modesta famiglia e con otto fratelli. La sua crescita è segnata dalla crisi economica legata alla grande depressione e ai primi movimenti proletari in Inghilterra, che per uno strano gioco del destino lo porteranno nel nostro paese.
Comincia a giocare a calcio nel tempo libero che gli offre il lavoro: Kilpin comincia a lavorare nel settore tessile in una fabbrica cittadina e gioca calcio nei locali Notts Olympic.
La sua abilità sartoriale lo porterà a lavorare nel nostro paese, a Torino, dove insegna l’uso dei rivoluzionari macchinari inglesi e data la sua esperienza nel calcio fu coinvolto nella fondazione dell’Internazionale Torino.
Kilpin si sposta assieme al collega e amico Richard Davies a Milano nel 1898, dove frequenta dei bar popolati da connazionali dove incontrerà Alfred Edwards. I tre, assieme a un gruppo di studenti italiani, fondano il Milan Football & Cricket club il 16 dicembre del 1899, spartendosi i ruoli dove Kilpin sarà allenatore e giocatore, vestendo in prima istanza i gradi di capitano.
Da calciatore vestirà la maglia rossonera per 23 volte, siglando 7 reti e vincendo tre scudetti. Curiosamente le presenze erano molte per l’epoca, visto che il campionato italiano si disputava in eliminazione diretta.
La vita oltre il calcio
La federcalcio, malgrado abbia concesso a Kilpin di disputare una gara in nazionale azzurra, ha ostacolato a partire dal 1908 la presenza di calciatori stranieri, portando Herbert al ritiro.
Rimasto in clima calcistico, morì nel 1916, il 22 ottobre, e le sue spoglie conservate fino al 1928 nel cimitero non cattolico di Milano, fino a quando nel 1999 le sue spoglie non sono state trasferite nel museo monumentale meneghino.
Nel 2019 il comune di Milano gli dedica una rotatoria dinnanzi alla sede del Milan.