L’intervista di Ibra pubblicata stamattina dal Corriere dello Sport, sul momento personale come leader del Milan.
L’apertura odierna del Corriere dello Sport è dedicata a Zlatan Ibrahimovic. La sua lunga intervista racconta del momento personale e di un Milan che lui stesso vuole portare in alto.
Ibra si è subito proclamato leader rossonero, come ammesso nelle primissime battute: “Mi sento un leader, io guido e la squadra mi segue”. Parole chiare e forti.
Eppure il Milan che ha trovato è molto diverso da quello della sua prima esperienza: “E’ vero, era una squadra diversa, ma nel 2020 ho trovato un Milan giovane e ambizioso. Ci siamo tutti sacrificati, non è solo merito mio. Stiamo facendo grandi cose ma non abbiamo ancora vinto niente. C’è voglia di fare di più”.
Leggi anche > Meité è già a Milano: “Lottiamo per lo scudetto”
Ibra su Pioli: “Poteva andarsene, è rimasto per noi”
Ibrahimovic spiega i metodi per essere a capo della squadra: “Ho proposto a tutti i compagni la playstation. A chi mi ha risposto subito di volerla l’ho regalata, agli altri ho detto troppo tardi. Così ho capito che persone avevo davanti. Ho quasi 40 anni ormai, in campo faccio meno cose ma più utili. In molti smettono prima, ma chi è intelligente si adatta e continua”.
Il giudizio sui compagni. Donnarumma: “E’ il miglior portiere del mondo, ma a lui non lo dico. Deve sempre avere fame, è incredibile che uno come lui non abbia ancora giocato un minuto in Champions League”.
Su Kalulu: “Gli ho detto di togliersi i guanti quando ha debuttato. Un difensore con i guanti che timore può incutere? Mi piacciono i difensori che accettano i duelli duri, come una volta. Maldini mi stimolava molto. Oggi dice che ero meno forte un tempo, ma non è che vincesse tutti i duelli. Adoro Chiellini, un animale che continua a darti la caccia”.
Il rapporto con Pioli: “Lui allena, io gioco. Mi chiede di fare delle cose, io eseguo. Un buon bilanciamento. L’anno scorso era in dubbio se il giorno dopo sarebbe rimasto al Milan, un altro tecnico se ne sarebbe andato. Lui invece ha continuato a lavorare sempre, mentalità da grande allenatore”.
Sulla lite con Gazidis: “Chiedevamo risposte, non c’erano certezze sul nostro futuro. Poi con la conferma di Pioli tutto è cambiato. La fiducia non ci ha mai abbandonati. Ma voglio parlare di presente e futuro per favore”.
E proprio sul suo futuro Ibra rivela: “Finché sto bene vado avanti. Il mio contratto scade a giugno e ne parleremo. Non volevo intrappolare me stesso e il club in situazioni senza uscita. Ho firmato per 6 mesi e poi ho rinnovato, sono per la libertà di scelta. La mia sfida ora è far maturare una squadra giovane. Riuscirci mi carica più di una vittoria”.
Allenatore o dirigente? “Non mi prendo impegni di questo genere. L’allenatore sembra un lavoro molto stressante, ma chi lo sa. Oggi mi piace troppo stare in campo”.