Pioli orgoglioso di allenare il Milan, vuole riportarlo in Champions League. Elogi per Ibrahimovic e dirigenza. Rangnick lontano ricordo.
Ci sono tanti meriti di Stefano Pioli nella crescita del Milan nel 2020, non c’è dubbio. L’inizio della sua avventura rossonera non era stato facile, ma nel nuovo anno è avvenuta una svolta. Soprattutto dopo il lockdown.
Non è un caso che la sua squadra sia prima in classifica nel campionato di Serie A, avendo anche fatto registrare dei record. Il Diavolo è anche ai Sedicesimi di Finale di Europa League, avendo concluso al primo posto il Gruppo H. Una stagione ottima finora, ma non bisogna adagiarsi. Nel 2021 c’è ancora tanto da fare.
Pioli intervistato dal Corriere della Sera
Pioli ha concesso un’intervista al Corriere della Sera e ha ribadito la sua felicità nell’essere l’allenatore del Milan: “La prima volta che sono entrato a Milanello – ha affermato – ho sentito qualcosa di magico, un’energia unica. Ma il fatto è che la risento ogni mattina alle 8. So di essere fortunato. E farò di tutto per continuare a meritarmi questa fortuna. Non sono un genio, ma determinato e tenace sì. E curioso. Ho sempre pensato che ci sia da imparare da tutti. Oggi mi sento completo e maturo, come non mai. Ma so che posso fare anche di più”.
Un giocatore determinante per la squadra è sicuramente Zlatan Ibrahimovic, che ha un buon rapporto con il mister e riceve sempre complimenti da lui: “Mai conosciuto un giocatore così intelligente e simpatico. Tornerà e giocherà più di prima. Ma già la sua presenza è fondamentale, sa trascinare e stimolare i compagni. Come si gestisce uno così? In realtà non è difficile. Perché siamo entrambi diretti, non ci nascondiamo, nel bene e nel male. Ci siamo detti anche cose negative, succede, è normale, è la dinamica logica di una squadra. Una volta è entrato nel mio ufficio e mi ha detto: mister, oggi parlo io. Io mi sono messo lì e ho ascoltato. Il giorno dopo ho parlato io. Funziona così. Bisogna capire le situazioni, le persone, i momenti”.
A Pioli viene chiesto quale sia l’immagine simbolo di questo 2020 per lui e non ha dubbi: “La sera del 20 luglio, quando Gazidis mi telefona alla vigilia di Sassuolo-Milan per comunicarmi che lui e la proprietà avevano deciso di confermarmi per la stagione successiva, se mi andava bene. Gli ho detto: Ivan, aspetta che ci penso un attimo… Ovviamente scherzavo, non ho messo giù il telefono. È stata una grande emozione, come quando dopo la partita ho dato l’annuncio alla squadra e ai miei collaboratori”.
A un certo punto sembrava che Ralf Rangnick dovesse essere il suo sostituto, però il tecnico emiliano è sempre stato tranquillo: “Non ho mai smarrito la mia serenità – spiega -. Gazidis prima della partita col Genoa venne a Milanello a dire che le scelte sarebbero state fatte a fine campionato e non prima”.
Pioli non nasconde quello che è l’obiettivo per il 2021: “Continuare a migliorare. E, sì, tornare in Champions. Il club non ci ha chiesto nulla, non ci vuole dare pressioni, questo io l’ho apprezzato moltissimo. Maldini, Massara, Gazidis ci mettono nelle condizioni di lavoro ideali: sono straordinari. Ma noi abbiamo bene in testa che dobbiamo fare di tutto per riportare il Milan dove deve, cioè in Champions. Manca da troppo tempo, quello è il suo posto”.
All’allenatore rossonero farebbero certamente comodo dei rinforzi dal calciomercato, però non si sbilancia: “Chi entra, se entrerà, deve avere la stessa applicazione, la stessa mentalità. Con la fatica che abbiamo fatto a raggiungere questo equilibrio dobbiamo stare attenti a non spezzarlo. Su questo punto c’è totale sintonia. Se si può migliorare, miglioriamo. Sennò restiamo benissimo così”.