Boateng: “Ibra un esempio. Razzismo? Nel calcio comandano i bianchi”

Intervista all’ex calciatore rossonero Kevin-Prince Boateng, attualmente titolare nell’attacco del Monza di Berlusconi.

Boateng razzismo
Kevin Prince Boateng (©Getty Images)

L’ultima sfida del giramondo Kevin-Prince Boateng si chiama Monza. Il fantasista ghanese è ripartito dalla B, sposando il progetto di Berlusconi e Galliani.

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex Milan ha parlato di molti argomenti, a cominciare proprio da questa avventura brianzola.

La mia carriera è sempre stata costellata di decisioni scioccanti – ha detto Boateng – Un anno e mezzo fa ero al Barcellona, oggi sono in B. Potevo andare in America, ma preferisco essere qui. Berlusconi mi ha chiamato e mi ha detto ‘figlio mio, torna a casa’. Non c’era bisogno di altre parole”.

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La lotta contro il razzismo, nel calcio e non solo, sta molto a cuore a Boateng: “I buu durante Milan-Pro Patria? Non potevo più accettare comportamenti del genere. Il clima forse oggi è anche peggiorato. Guardiamo a cosa succede nel mondo, all’uccisione di George Floyd. Ammazzano la gente davanti alle telecamere, anche per futili motivi. Certo, è nato il movimento ‘Black lives matter’ ma troppo poco è stato realizzato per contrastare il fenomeno. Nel calcio nessun bianco mi ha mai appoggiato, forse per paura o per non schierarsi. Comandano i bianchi, se fossero loro a protestare ci sarebbe molta più attenzione”.

Sul Milan di oggi: “Sono felicissimo per loro, vedo che i tifosi hanno ritrovato entusiasmo. Ibrahimovic non mi stupisce, da lui ho imparato la voglia di vincere anche in allenamento. Non è mai contento, quando a Milanello sbagliava un passaggio, come a rimproverare se stesso urlava ‘Zlataaaann’. Immaginate cosa gridava agli altri”.

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