Ibrahimovic segna sempre quando è titolare nel Milan. Ma quando non c’è, i rossoneri diventano cooperativa del gol.
El segna semper lü. Il noto adagio milanese rivolto a Maurizio Ganz può essere riciclato per Zlatan Ibrahimovic, campione e leader del Milan attuale.
Lo dicono i numeri: quando Ibra gioca, segna praticamente sempre. Sei presenze in campionato e ben 10 reti realizzate, con quattro doppiette in Serie A.
Numeri individuali da record per lo svedese, che anche a 39 anni compiuti è da considerarsi uno degli attaccanti più decisivi del campionato, uno di quelli che sposta gli equilibri.
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Ibrahimovic è dunque una certezza. Ma quando lo svedese non c’è, gli altri rossoneri ballano. La statistica in questione è molto particolare.
Come detto, finora Ibra ha sempre segnato quando è sceso in campo in Serie A. Ma l’attaccante ha saltato tre gare di campionato, tra infortuni e positività al Covid-19.
In queste occasioni gli altri elementi del Milan si sono scatenati. Senza Ibrahimovic sono andati a segno ben sei marcatori diversi: Kessie e Diaz contro il Crotone, Leao e Theo Hernandez contro lo Spezia, Romagnoli con la Fiorentina e Hauge a Napoli, dopo l’infortunio dello svedese.
La cooperativa del gol esiste eccome. Non a caso, escluso Ibra, nel Milan attuale sono andati a segno 12 calciatori diversi in tutte le gare ufficiali disputate da settembre ad oggi.
Statistiche molto simili a quelle relative alla prima esperienza di Ibrahimovic a Milanello. Nella stagione 2010-2011 lo svedese saltò otto gare di campionato, in particolare per squalifica.
Nei match senza Ibra l’allora formazione di Allegri mandò a segno sette calciatori differenti: Strasser (Cagliari), Pato e Cassano (Inter), Robinho (Brescia), Flamini (Bologna) e Gattuso (Cagliari).